Cisgiordania. 195 palestinesi uccisi in un mese, migliaia gli arresti
Sale il bilancio degli arrestati: 2.570 dal 7 ottobre. E i soldati documentano gli abusi sui detenuti
Ieri il numero di palestinesi uccisi dal 7 ottobre tra Cisgiordania e Gerusalemme est è salito a 195, il bilancio peggiore da almeno due decenni. A Tulkarem, una delle città più colpite dall’esercito israeliano insieme a Nablus e a Jenin (comunità all’interno delle quali sono attivi gruppi di combattenti strutturati), ieri sono stati uccisi sette palestinesi.
Obiettivo dichiarato del raid israeliano era l’arresto di alcuni sospetti: l’incursione, con cecchini appostati sui tetti e veicoli militari terra, ha provocato la reazione dei combattenti palestinesi e il conseguente scambio a fuoco. Anche stavolta i militari hanno fatto ricorso ai droni che hanno sparato dall’alto munizioni uccidendo almeno tre delle sette vittime totali.
L’ottava di ieri si è registrata a Beit Aynoun, a nord di Hebron, il 20enne Mohammad Abd al-Majid al-Halayqa: secondo l’esercito avrebbe tentato di accoltellare un soldato. Come a Tulkarem, anche a Beit Aynoun alle ambulanze palestinesi è stato impedito di raggiungerlo: al-Halayqa è morto dissanguato.
Sale anche il bilancio degli arrestati: con 2.570 nuovi prigionieri politici dal 7 ottobre, il numero totale dei detenuti palestinesi in Israele è cresciuto del 50% (erano 5.200 fino al giorno dell’attacco di Hamas nel sud israeliano). Ieri gli arrestati sono stati 31, tra Cisgiordania e Gerusalemme est. Tra loro due minori.
Un video ieri mostrava abusi su un gruppo di prigionieri a bordo di un blindato israeliano: bendati, mani legate, schiaffeggiati e insultati. Non è il primo video condiviso su canali Telegram dagli stessi soldati, che documentano gli abusi dei detenuti, spesso spogliati e picchiati. Secondo la Prisoners’ Society, le campagne di arresti sono accompagnate da «torture, intensi pestaggi, minacce alle famiglie, vandalizzazione delle case e confisca dei telefoni».
* Fonte/autore: il manifesto
Related Articles
Antirazzismo. «Prima le persone», domani a Milano si manifesta
Corteo antirazzista nel capoluogo lombardo per testimoniare un’Italia che non sta con Salvini. Migliaia di adesioni per la manifestazione nazionale indetta da Amnesty, Arci, Anpi, Acli, Libera, Emergency, Sant’Egidio e tante altre
Le nuove frontiere dell’esclusione
SPONDE ARMATE
Le primavere arabe hanno portato alla caduta di regimi autoritari e all’affermazione di un diritto alla mobilità che ha determinato un aumento dei flussi migratori. L’Europa ha però riproposto le politiche di controllo che hanno caratterizzato le sue relazioni con il Maghreb. Anticipiamo un brano di una relazione per un incontro internazionale in programma da oggi a Tunisi
Arabia Saudita Il re grazia la pasionaria del volante: niente frustate
RIAD – Il re Abdullah dà un altro segnale che la condizione delle donne in Arabia Saudita potrebbe migliorare. Ieri il monarca assoluto ha graziato Sheima Jastaniah, una delle attiviste della campagna “Women 2 drive” – donne che si battono per il diritto di guida e che in passato sono state graziate soltanto dopo aver chiesto scusa – condannata a dieci frustate.