Le mani sulla storia. Ma chi accusa non sa di cosa parla

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Con la proposta di legge Carlucci, intesa come Gabriella, di istituire una commissione di inchiesta sull’imparzialità  dei libri di testi scolastici, depositata il 18 febbraio scorso, e sottoscritta da 18 deputati Pdl. Le prime due puntate, come è noto, naufragarono in un mare di ridicolo. Con Storace che rimase completamente isolato, e Adornato, a quel tempo forzista, a sua volta costretto a rimangiarsi l’idea da lui lanciata in Commissione cultura alla Camera (con i buoni uffici dell’indimenticabile sottosegretario Valentina Aprea). E cioè: occorreva vigilare istituzionalmente sull’«oggettività  della storia». Minata dalla faziosità  imperante della cultura egemo nica di sinistra. Aquel tempo ad Adornato e Storace diede torto persino Giovanardi: «Discorso irricevibile», dixit Giovanardi medesimo, benché il problema «esistesse», di là  «del modo ». E oggi però tornano sia il modo che la sostanza di allora. Segno che questa destra perde il pelo ma non il vizio. E cioè: il Pdl invoca controllo e censura preventiva sui libri di storia nelle scuole, e contesta tutta una serie di manuali in vigore. A detta di Carlucci, e dei magnifici 18, «vergognosi». Per giudizi di merito sugli ultimi decenni e su Berlusconi. E insomma storia da sorvegliare e punire, previa esclusione dai programmi di certi libri non graditi.Amotivo del loro «tentativo di indottrinamento per plagiare le giovani generazioni a fini elettorali». Il tutto, argomentano i «carlucciani», in base a una visione della storia «asservita al centrosinistra » e di pura marca gramsciana, intrisa di «casamatte» da presidiare e conquistare, e di subdola egemonia comunista. Equali sono i testi incriminati? Eccoli: Della Peruta-Chittolini- Capra (Le Monnier); Camera-Fabietti (Zanichelli) e De Bernardi-Guarracino (Bruno Mondadori). Nel piccolo ridicolo campione (ridicolo in quanto esiguo)mancano altri importanti testi aggiornatissimi. Ad esempio Il Salvadori (Loescher), il Villari (Laterza), il Sabbatucci-Giardina- Vidotto( Laterza), il Trainiello(Sei), per non dire del celebre Saitta, marxista divenuto liberale. Ma il campioncino di testi altresì illustri, grottescamente manipolato o frainteso, previe citazioni estrapolate, basta ai deputati Pdl per gridare allo scandalo. Ad esempio si inorridisce perché nel Della Peruta, massimo studioso del Risorgimento vivente, si legge che «Togliatti era duttile, intelligente e capace di visioni generali ».Che «Berlinguer erauomodi profonda onestà , alieno dalla retorica». E che «De Gasperi era uno statista formatosi nella tradizione cattolica ». Così come, citando passim dall’interrogazione Pdl, ci si indigna perché nel Guarracino si sostiene che la Costituzione «era uno degli obiettivi delle forze di sinistra e democratiche » (invece di dire magari che l’obiettivo erano golpe e gulag). Infine due giudizi positivi, uno su Oscar Maria Scalfaro e l’altro su Rosy Bindi, uno nell’ Ortoleva- Revelli (Bruno Mondadori) e l’altro nel Camera- Fabietti fanno fremere di rabbia i 18, più che mai decisi a smascherare l’inganno di un’ideologia comunista e giudiziaria, che soprav vive e si rilancia «malgrado il crollo del Muro di Berlino». Intanto, oltre alla ripetitività , colpisce l’ignoranza degli estensori della proposta di legge sulla super-commissione. Non solo essi ignorano che giudizi come quelli sul Togliatti, Berlinguer eDeGasperi sarebbero sottoscritti persino da Reagan e Bush Jr, oltre che esserlo già  dagli storici più seri. Ma non hanno alcuna percezione e nozione di che cosa sono, e quanti sono i manuali di storia in uso nelle scuole. Di che pasta sono fatti, e di quali questioni soriografiche sono impastati, a partire dagli ultimi decenni. Intanto è falso che quei testi siano di sinistra gramsciana. Non lo è il Salvadori, critico di Gramsci e assertore della visione comparatista: tra totalitarsismi di destra e di sinistra. Non lo è, «gramsciano», il Sabatucci- Giardina-Vidotto, testo ispirato piuttosto a Rosario Romeo e Renzode Felice, e al più liberal-progressista con un occhio alla revisione dell’idea del fascismocome«male assoluto ». Non lo è, gramsciano e comunista, il Trainiello, aperto aDeFelice, all’antigiacobino Furet, e naturalmente al popolarismo di Don Luigi Sturzo. Quanto ai tre manuali demonizzati dai 18, l’ispirazione di sinistra è evidente,manon è vero , come ripete a pappagallo la destra, che il Camera- Fabietti non parli delle foibe (lo fa con dovizia e chiamate di responsabilità  precise a Tito e al Pci, nelle pagine sul dopo-45). E d’altra parte alcuni giudizi negativi su Berlusconi in certe pagine dello stesso manuale sono ampiamente compensati da giudizi più «realistici» nel Sabbatucci, che in Berlusconi bene o male vede un artefice del bipolarismo. La verità  è che questa destra è ancor più censoria del fascismo, che non aveva commissioni preventive sui libri, ma manovrava a valle la censura. Mentre oggi si vuole tornare alla legge Casati del 1859, che prevedeva filtro ministeriale a monte, abolita nel 1945-46. Perché? Per «occupare» la storia, e riscrivere le basi costituzionali della Repubblica. Ma anche per buttare la palla in tribuna, infuocare la rissa ideologica e lucrare sul vittimismo del Caimano. Su «assist» del medesimo. vive e si rilancia «malgrado il crollo del Muro di Berlino». Intanto, oltre alla ripetitività , colpisce l’ignoranza degli estensori della proposta di legge sulla super-commissione. Non solo essi ignorano che giudizi come quelli sul Togliatti, Berlinguer eDeGasperi sarebbero sottoscritti persino da Reagan e Bush Jr, oltre che esserlo già  dagli storici più seri. Ma non hanno alcuna percezione e nozione di che cosa sono, e quanti sono i manuali di storia in uso nelle scuole. Di che pasta sono fatti, e di quali questioni soriografiche sono impastati, a partire dagli ultimi decenni. Intanto è falso che quei testi siano di sinistra gramsciana. Non lo è il Salvadori, critico di Gramsci e assertore della visione comparatista: tra totalitarsismi di destra e di sinistra. Non lo è, «gramsciano», il Sabatucci- Giardina-Vidotto, testo ispirato piuttosto a Rosario Romeo e Renzode Felice, e al più liberal-progressista con un occhio alla revisione dell’idea del fascismocome«male assoluto ». Non lo è, gramsciano e comunista, il Trainiello, aperto aDeFelice, all’antigiacobino Furet, e naturalmente al popolarismo di Don Luigi Sturzo. Quanto ai tre manuali demonizzati dai 18, l’ispirazione di sinistra è evidente,ma non è vero , come ripete a pappagallo la destra, che il Camera- Fabietti non parli delle foibe (lo fa con dovizia e chiamate di responsabilità  precise a Tito e al Pci, nelle pagine sul dopo-45). E d’altra parte alcuni giudizi negativi su Berlusconi in certe pagine dello stesso manuale sono ampiamente compensati da giudizi più «realistici» nel Sabbatucci, che in Berlusconi bene o male vede un artefice del bipolarismo. La verità  è che questa destra è ancor più censoria del fascismo, che non aveva commissioni preventive sui libri, ma manovrava a valle la censura. Mentre oggi si vuole tornare alla legge Casati del 1859, che prevedeva filtro ministeriale a monte, abolita nel 1945-46. Perché? Per «occupare» la storia, e riscrivere le basi costituzionali della Repubblica. Ma anche per buttare la palla in tribuna, infuocare la rissa ideologica e lucrare sul vittimismo del Caimano. Su «assist» del medesimo.


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