Escalation. Dagli USA armi a lungo raggio, missili ucraini su Sebastopoli

Escalation. Dagli USA armi a lungo raggio, missili ucraini su Sebastopoli

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Dietrofront di Biden: manderà gli Atacms. E il Cremlino raddoppia la spesa per la Difesa

 

Una colonna di fumo nero ha oscurato per tutto il giorno il cielo sopra Sebastopoli dopo che i missili ucraini hanno centrato il quartier generale della flotta russa del Mar Nero. Entrambi i belligeranti hanno confermato subito l’attacco e da Kiev, il portavoce dell’aeronautica, Yuri Ignat, si è detto un dispiaciuto che «il cratere non fosse più grande», mentre il comandante delle forze aeree promette «ci saranno altri attacchi». Inoltre, le autorità filorusse della Crimea parlano di «attacco hacker senza precedenti ai provider di connessione internet nella penisola».

IL MINISTERO della Difesa russo ha dichiarato che cinque missili sono stati abbattuti dalla contraerea ma non è chiaro se il quartier generale della marina sia stato colpito direttamente o dai detriti di un missile intercettato. Il governatore filo-russo di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, ha ammesso che si è trattato di un bombardamento ma ha dichiarato che le strutture civili non sono state danneggiate e che non ci sono vittime, senza mai menzionare il quartier generale della marina. In ogni caso, l’ennesimo attacco a segno sul simbolo del potere navale russo nel Mar Nero è un indizio chiaro del fatto che le forze ucraine vogliono che si sappia che la Crimea è in pericolo. Che la penisola sia o no un reale obiettivo delle forze ucraine gli analisti tendono ad escluderlo, ma i vertici militari ucraini continuano a ripetere che «la Crimea tornerà ucraina». C’è anche chi inizia a ipotizzare che un eventuale sfondamento nella penisola (al momento comunque improbabile) possa essere usato da Kiev come leva nei negoziati. Quando ci saranno, dei negoziati. Per ora si parla solo di armi, controffensiva e morti.

Secondo l’Institute for the Study of War «è essenziale che l’Ucraina continui ad attaccare gli obiettivi in Crimea per abbattere il morale della Russia e indebolire le sue forze armate». A inizio settimana le immagini satellitari hanno mostrato un centro di comando delle comunicazioni a Verkhnosadove, appena fuori Sebastopoli, gravemente danneggiato da un ordigno. Il 13 settembre si è verificato «il più grande attacco in Crimea da settimane», come lo hanno definito le autorità russe stesse, contro un cantiere navale militare dove si trovavano un sottomarino e una nave da sbarco. Due giorni prima, l’intelligence militare di Kiev aveva diffuso un video del commando inviato a «riconquistare» una piattaforma petrolifera al largo delle coste della penisola. In altri termini, le forze ucraine stanno gradualmente alzando il tiro. Dalla Crimea, infatti, vengono lanciati continuamente attacchi alle vicine Odessa e Mykolayiv, sempre da qui (attraverso il ponte di Kerch, colpito tre volte dagli ucraini ma mai danneggiato definitivamente) passano i rifornimenti e i rinforzi per i militari russi impegnati a difendere il fronte sud di Zaporizhzhia e, inoltre, nei porti della penisola sono di stanza le navi della flotta militare che minaccia le coste ucraine e lancia missili alle grandi città portuali.

NEL RESTO dell’Ucraina i bombardamenti sono proseguiti anche ieri e si registrano nuovi morti a Kherson, nella regione di Kremenchuk, dove un missile, o i suoi detriti, hanno causato anche 20 feriti.
A proposito di missili, registriamo l’ennesimo colpo di scena nelle decisioni statunitensi. I missili a lungo raggio Atacms saranno forniti all’Ucraina, ma solo «in piccola quantità». A solo un giorno dalle durissime dichiarazioni dello speaker della Camera a stelle e strisce Kevin McCarthy, che chiudeva la porta a possibili nuove forniture di armamenti a Kiev entro l’anno, e del Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, che riportava il diniego del presidente Biden, ieri l’emittente Nbc ha palesato il cambio di rotta.

CHISSÀ SE il clamore suscitato dalla fredda accoglienza di Zelensky al Congresso non abbia spinto l’amministrazione Biden a far trapelare questa notizia che stempera il bilancio di una trasferta all’Onu affatto positiva per il presidente ucraino. E intanto la Russia non sta a guardare. Secondo la bozza dei piani di bilancio citati da Bloomberg, la spesa per la difesa costituirà il 6% del prodotto interno lordo del Paese nel 2024, rispetto al 3,9% nel 2023 e al 2,7% nel 2021.

* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto



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