Naufragio a Lampedusa, morto bambino di 4 anni
La gestione dei porti e in particolare la norma che vieta di compiere più di un salvataggio, sono l’oggetto di una denuncia presentata da cinque ong alla Commissione europea
Un bambino di quattro anni è morto nel naufragio avvenuto davanti Lampedusa del barchino sul quale stava viaggiando insieme ad altri migranti. Il corpo del piccolo, di origine subsahariana, probabilmente nigeriana, è stato sbarcato ieri a Reggio Calabria dalla nave Diciotti. La procura ha disposto assistenza psicologica per la madre. Dalla nave della Guardia costiera sono scesi nel capoluogo calabrese anche 881 migranti provenienti dall’isola delle Pelagie. Di questi 550 saranno accolti nelle strutture locali per poi essere trasferiti in altri centri di accoglienza secondo il riparto previsto dal ministero dell’Interno.
Intanto il Viminale ha indicato il porto di Ancona alla nave Humanity 1 con a bordo 199 migranti. L’arrivo è previsto per domani attorno alle 9 del mattino. Fra i naufraghi ci sono 65 minori: 49 non accompagnati, di cui 4 femmine una delle quali incinta, e 16 minori accompagnati. A bordo anche 90 uomini e 44 donne.
La gestione dei porti e in particolare la norma che vieta di compiere più di un salvataggio, sono l’oggetto di una denuncia presentata da cinque ong alla Commissione europea. Medici Senza Frontiere (Msf), Oxfam Italia, SOS Humanity, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) ed Emergency sostengono che ci sono «seri dubbi» sulla compatibilità di queste norme con il diritto dell’Ue e con gli obblighi dei Paesi membri dell’Ue in base allo stato di diritto internazionale per le attività di ricerca e salvataggio in mare. Per le ong le nuove norme impongono restrizioni «ingiustificate alle operazioni di ricerca e soccorso» tanto da limitare «drasticamente la loro capacità di salvare vite in mare».
Di salvataggi in mare e ong si è parlato infine anche a Strasburgo. L’Eurocamera ha dato il via libera alla richiesta di istituire una missione globale Ue di salvataggio in mare dei migranti. In una risoluzione non legislativa adottata per acclamazione il Parlamento Ue chiede agli stati membri e a Frontex di fornire maggiore capacità in termini di navi, attrezzature e personale alle operazioni di ricerca e soccorso e di garantire un approccio più proattivo e di collaborare anche con le navi delle Ong per salvare più efficacemente le vite in mare. Nella stessa risoluzione l’Eurocamera esprime profondo rammarico e dolore per i morti nel Mediterraneo.
* Fonte/autore: il manifesto
Related Articles
Dalla Polizia ai Servizi l’arma del silenzio per l’ascesa bipartisan dello “squalo” Gianni
Con i suoi 35 anni ai vertici degli apparati di sicurezza dello Stato si è guadagnato l’appellativo di “intoccabile”
La polveriera di Crotone è pronta a riesplodere
Isola Capo Rizzuto/ IL CONTAGIO DOPO LA RIVOLTA BARESE
Tre arresti, 35 feriti: decine di somali manifestano contro le condizioni disumane del «Centro di accoglienza»
Abolizione della schiavitù: obiettivo raggiunto?
I segni della schiavitù sulle braccia di una bambina africana – Foto: Unicef
Sono immagini datate, viste probabilmente in qualche film sugli antichi romani o in un documentario in bianco e nero sul colonialismo. Uomini costretti alle catene, sfruttati fino all’osso per soddisfare i capricci del padrone. Oggi non è così, tutto questo non esiste più. Figuriamoci, con lo stato di diritto, la democrazia, le moderne costituzioni, non è ammissibile disporre a piacimento di un altro essere umano, decidere della sua vita ed ordinarne la morte, quando non serve più.