Escalation. Arrivano a Kiev le cluster bomb, la UE prepara altre armi
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La Russia accusa: l’Ucraina già le impiegava. «Ora anche noi ne faremo un uso sistematico»
Le bombe a grappolo statunitensi sono arrivate in Ucraina. Lo ha confermato ieri alla Cnn il generale ucraino Oleksandr Tarnavskyi. «Non le abbiamo ancora usate, ma possono cambiare radicalmente» il contesto bellico, ha dichiarato il generale, con una dichiarazione che smentisce le accuse russe. Secondo Mosca, infatti, le forze armate di Kiev avrebbero già utilizzato questo tipo di ordigni, ma il governo di Volodymyr Zelensky ha sempre negato.
TARNAVSKYI ha inoltre aggiunto che le munizioni a frammentazione potrebbero funzionare anche da deterrente in alcune zone, in quanto la controparte «pensa che le useremo in tutte le aree del fronte» e ne è «molto preoccupata». Uno scenario davvero ottimistico, quello descritto dal generale ucraino, che non tiene conto della risposta di Mosca: «Ora che l’esercito nemico inizierà a utilizzare questo tipo di arma in modo sistematico, anche noi ne intensificheremo l’utilizzo». La solita spirale di violenza, insomma. Senza contare che per mesi abbiamo letto e visto dichiarazioni indignate di gran parte delle autorità globali rispetto all’impiego di bombe a grappolo, di volta in volte definite «strumenti di terrore, armi vietate, simbolo della violenza dei regimi». E ora? Dato che gli Usa le hanno fornite all’Ucraina e dato che l’Ucraina è stata invasa dalla Russia lo scorso febbraio ci si chiede tacitamente di accettarle. Persino le polemiche internazionali dei primi giorni si sono molto attenuate, lasciando il posto agli equilibri geopolitici e all’espansione della Nato, giudicate forse ben più importanti di un armamento utilizzato in una guerra già sanguinosa. Purtroppo però, nella polarizzazione crescente che sta generando la guerra in Ucraina, anche lo spazio per il dissenso si riduce sempre più e la logica dell’ubi maior sembra prevalere su tutto.
A PROPOSITO di armi il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il piano «Asap» che mira ad aumentare le forniture di munizioni e missili a Kiev e a incrementare significativamente l’apparato industriale bellico dell’Unione europea. Il provvedimento è stato con 505 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni ed entrerà ufficialmente in vigore dopo la ratifica del Consiglio europeo. La misura prevede, tra l’altro, l’invio immediato di pezzi d’artiglieria per un valore pari a 500 milioni di euro. Che non saranno gli unici a quanto si apprende dalle dichiarazioni del ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, secondo il quale Kiev riceverà «oltre 1,5 miliardi di euro in aiuti militari» dai suoi alleati internazionali. Dell’elenco riportato da Reznikov citiamo i «missili Scalp a lungo raggio, carri armati Leopard, altri Patriot, addestramento dei piloti di F-16». Soltanto la Germania, sempre stando alle dichiarazioni del ministro, fornirà aiuti per «700 milioni di euro, tra i quali 25 carri armati Leopard 1A5 e 20 mila proiettili di artiglieria da 155 mm». Londra, invece, invierà «più di 70 veicoli da combattimento, migliaia di munizioni per carri armati, un pacchetto di aiuti militari da 64,7 milioni di dollari per la riparazione delle attrezzature» e Parigi «missili Scalp e attrezzature ingegneristiche aggiuntive per lo sminamento».
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto
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