Washington Post: «In Ucraina la guerra Usa si combatte per procura»
Mancano solo i «boots on the ground» delle forze armate statunitensi
«Migliaia di immagini recentemente trapelate online, molte delle quali contenenti valutazioni militari e di intelligence statunitensi classificate, illustrano quanto gli Stati uniti siano profondamente coinvolti in quasi tutti gli aspetti della guerra, ad eccezione dei boots on the ground delle truppe americane sul terreno».
LO SCRIVE il Washington Post in un lungo editoriale che si interroga sul ruolo della Casa bianca nel conflitto in corso in Ucraina. In estrema sintesi, sulle colonne del famoso quotidiano statunitense ci si chiede se ha senso ancora parlare di supporto alla resistenza di Kiev o se non sarebbe più corretto parlare di «guerra per procura».
Nulla di nuovo sotto il sole, obietterebbero alcuni. Tuttavia, si noti che la fuga di notizie trapelata dalla piattaforma Discord nel mare della rete ha aperto il proverbiale vaso di Pandora non soltanto sull’attitudine dell’amministrazione Biden a spiare gli alleati, ma anche sul protagonismo degli apparati di Washington nel contrastare la Russia.
Rispetto ai leaks trapelati on-line, infatti, il Wp scrive: «Le mappe illustrano la posizione delle truppe, i piani di battaglia e i probabili risultati sul campo di battaglia fino alle più piccole città, insieme alla posizione e alla forza delle difese russe. Ci sono elenchi di sistemi d’arma in uso da entrambe le parti, stime sulle vittime, riassunti di conversazioni intercettate e valutazioni su tutto, dalle capacità delle forze speciali alle munizioni consumate».
Insomma, conclude Karen DeYoung, autrice dell’articolo, i documenti trapelati confermano «in dettaglio che gli Usa stanno utilizzando la loro vasta gamma di strumenti di spionaggio e sorveglianza – tra cui satelliti all’avanguardia e segnali di intelligence – per tenere Kiev in anticipo sui piani di guerra di Mosca e aiutarli a infliggere vittime ai russi».
DEL RESTO, sappiamo che una parte della politica statunitense ha iniziato a dubitare del ruolo troppo attivo del Paese nel conflitto in Europa dell’est. A partire dall’avversario di Donald Trump alle prossime primarie del partito repubblicano, Ron DeSantis, che aveva dichiarato «stiamo pagando per una guerra per procura con la Russia, quando non ho mai visto Putin mostrare nei dettagli i suoi piani per invadere l’Europa», salvo poi definire Putin un «criminale di guerra».
Del resto, il Wp sostiene che «a prescindere dalle motivazioni che l’hanno spinta a sostenere l’Ucraina, gli Usa hanno ottenuto alcuni utili risultati nella valutazione delle capacità militari della Russia, se non altro per vedere come opera in combattimento un Paese che definiscono una ‘seria minaccia’».
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto
Related Articles
Caccia alle chiavette di Putin: 300 delegati nella trappola dei russi
L’allarme una settimana fa, l’ira di Letta informato solo ieri
Elezioni catalane. Da Barcellona la crisi precipita su Madrid
Un solo, difficilmente contestabile, giudizio sul voto in Catalogna: è stata una prova di grande fiducia nella democrazia
Dopo Parigi e lo Stato d’eccezione. Sconfiggere il mostro
Gli attentati di Parigi hanno aperto uno squarcio, doloroso e improvviso, nel velo di rimozione, indifferenza e ottundimento che impedisce ai cittadini europei e occidentali di conoscere e indignarsi per i mille e mille episodi simili che quotidianamente avvengono in Medio Oriente e in Africa