Masi contro i talk sgraditi alla destra a rischio Fazio, Floris e Gabanelli

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ROMA – La politica strangola la Rai. Pur di penalizzare Rai3, rete poco amata dal premier, viale Mazzini non avvia le trattative per rinnovare i contratti a Fabio Fazio, Giovanni Floris e Milena Gabanelli: in scadenza tra i mesi di giugno e agosto. Mentre il direttore generale Mauro Masi apre corsie preferenziali per Giuliano Ferrara (ingaggio-blitz per “Radio Londra”) e Vittorio Sgarbi (da fine aprile con “Al di là  del bene e del male”: 200 mila euro lorde a puntata a Sgarbi) per alcuni conduttori la Rai è matrigna (Michele Santoro viene “tollerato” per gli ascolti, ma pur sempre osteggiato). A maggio la Sipra, concessionaria della pubblicità  Rai, dovrà  presentare agli inserzionisti pubblicitari i suoi gioielli tv, i programmi della stagione autunno-inverno: ma ad oggi Masi non prende decisioni, rischia di sfasciare programmi di Rai3 che (piacciano o no a Berlusconi) portano milioni di euro alle casse del servizio pubblico. Poche settimane fa il quotidiano online Lettera 43 riportò voci (mai smentite) di un piano per escludere dal palinsesto autunnale “Report”, “Che tempo che fa” (con annesso “Vieni via con me di Saviano”) e “Parla con me” della Dandini (la cui conferma dipende dal rinnovo contrattuale tra la Rai e la società  Fandango). Per alcuni di loro sarebbero già  in corso dei contatti con La 7 e Sky. Si vuole disperdere un patrimonio aziendale? I consiglieri di minoranza Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, dicono che i programmi di Rai3 sono convenienti per l’azienda: il costo di produzione di “Ballarò” (33 puntate) è di 3 milioni e 500 mila euro, ma ricava 8 milioni in pubblicità ; “Che tempo che fa” costa 10 milioni e 400 mila euro (66 puntate) e incassa 17 milioni e 600 mila euro; “Report” costa 2 milioni e 200 mila euro (20 puntate) e attira spot pubblicitari per 4 milioni e 100 mila euro. Mentre il ministro Brunetta realizza il suo sogno di vedere pubblicati i compensi dei conduttori (in un sito Rai) c’è chi fa notare che c’è un valore aggiunto dei conduttori. Masi ha problemi di budget, la Rai chiude l’anno con un rosso di 120 milioni, è suo compito fare trattative (anche serrate) per i rinnovi contrattuali. Ma poi risparmia sui compensi agli artisti sgraditi, fino al paradosso Vauro: la Rai non lo paga un solo euro per “Annozero” ma le sue vignette fanno ridere pure gli ospiti di Lega e Pdl. Fazio, Floris e Gabanelli passeranno a tv concorrenti? A un ospite che gli chiedeva se poteva tornare a gennaio. Gli ha risposto «non so se “Che tempo che fa” andrà  in onda…» si è lasciato scappare Fabio Fazio, in diretta tv, pochi giorni fa. Eppure Fazio ha una platea in crescita, la media degli spettatori è passata da 3 milioni 208mila (12.65% di share) a 3 milioni 426mila (12.93% di share), il Qualitel gli assegna 69 punti. Giovanni Floris, insieme al direttore di rete, Paolo Ruffini, chiede a Masi di non chiudere “Ballarò” a giugno, ma di proseguire fino a tutto luglio: risposta negativa. Eppure l’abbonato Rai ha gradito “Ballarò”: l’anno scorso aveva 3 milioni 961mila spettatori medi (15.54% di share) quest’anno l’audience media è di 4milioni 507mila fan (16.64% di share). Ed è in forte crescita il pubblico domenicale di “Report”: dai 2milioni 976mila spettatori dell’anno scorso (12.35% di share), Gabanelli è passata ai 3milioni 602mila (13.89% di share) di questa edizione.


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