Costa d’Avorio, salta la trattativa assalto finale a Laurent Gbagbo
ABIDJAN – In queste ore le truppe di Alassane Ouattara hanno lanciato l’assalto finale e stanno “andando a prendere” il loro rivale Laurent Gbagbo, presidente uscente della Costa D’Avorio, rifugiato in un bunker della sua residenza ad Abidjan dove da giorni sta trattando la resa. Lo riferisce all’Afp Sidiki Konate, portavoce del governo di Ouattara.
“Le forze repubblicane della Costa D’Avorio hanno deciso di risolvere la questione. Pertanto stiamo andando a prendere Gbagbo per mettere fine a questa commedia”, ha detto Konate. Fonti del governo francese hanno riferito che l’offensiva è partita dopo il fallimento dei negoziati. Poco prima il capo di stato maggiore francese, l’ammiraglio Edouard Guillaud, aveva dichiarato che la resa di Gbagbo era questione di ore. I negoziati per ottenerne la resa “sono andati avanti nella notte, purtroppo al momento senza esito, ma penso che malgrado tutto sia una questione di ore, forse in giornata”, ha detto l’ammiraglio alla Radio europe 1. “Il presidente Gbagbo al momento continua a negoziare e a rifiutare di lasciare il potere”, ha aggiunto, precisando che il presidente uscente è stato sul punto di dimettersi per “due volte, venerdì e l’altro ieri”, lunedì. Il capo di stato maggiore francese ha quindi sottolineato che Gbagbo “non ha altra scelta” che la resa, aggiungendo che “l’esilio è altamente probabile”.
Da Parigi le pressioni perché Gbagbo, che non riconosce la vittoria alle ultime elezioni del rivale Ouattara, appoggiato invece dalla comunità internazionale, lasci il potere sono aumentate in modo deciso: il suo rifiuto è stato definito dal ministro degli Esteri Alain Juppé “testardaggine assurda”: Gbagbo “non ha altre prospettive. Tutti lo hanno abbandonato”, ha aggiunto.
Colpi di artiglieria pesante, esplosioni e raffiche di mitragliatrice sono state udite vicino al palazzo di Gbagbo, nella capitale economica del Paese. Da parte sua Gbagbo ha denunciato il tentativo di ucciderlo da parte delle forze di Ouattara, riconosciuto come rappresentante legittimo al potere dalla coalizione internazionale, e dai francesi della missione Licorne. “Ci sono colpi di armi pesanti contro la sua residenza con l’appoggio aereo e terrestre delle forze della Licorne”, ha detto alla France Presse il portavoce del governo Gbagbo, Ahoua Don Mello, anche se il portavoce della Licorne ha smentito il loro coinvolgimento. “E’ un tentativo per uccidere il presidente Gbagbo”, accusa ancora Mello.
Quasi immediata la replica, attraverso il portavoce di Ouattara: le forze repubblicane, l’ex milizia insurrezionale fedele ad Alassane Ouattara, ha l’ordine di non uccidere Gbagbo, ha puntualizzato Patrick Achi, portavoce del governo ‘parallelo’ nominato dal rivale di Gbagbo. “Nel nostro schieramento non è mai stata intenzione di chicchessia, nè lo è adesso”, ha aggiunto il portavoce, “assassinare l’ex presidente Gbagbo”. Anzi, ha aggiunto Achi, “Ouattara ha impartito formali istruzioni affinchè Gbagbo sia tenuto in vita, perchè vogliamo trascinarlo davanti alla giustizia”.
L’Unione europea, intanto, ha annunciato l’intenzione di imporre nuove sanzioni per la “gravità della situazione” in Costa d’Avorio. In particolare saranno vietati “l’acquisto di titoli, azionari e obbligazionari”, e “la concessione di prestiti” al “governo illegittimo di Laurent Gbagbo”, si precisa nella nota, aggiungendo che sono tuttavia state “previste eccezioni per garantire la disponibilità dei fondi necessari per finalità umanitarie”. Le sanzioni Ue entreranno in vigore da doman
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