Futuro Bertone, la Fiat gela le speranze degli operai

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E’ durato poco più di un’ora l’incontro tra la delegazione dei lavoratori della ex Bertone e il responsabile delle relazioni industriali della Fiat, Paolo Rebaudengo, al quale è stata consegnata la lettera sottoscritta da circa 400 lavoratori con la quale si invita l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, a recarsi in fabbrica per confrontarsi sul piano di rilancio dell’ex Carrozzeria acquistata nel 2009 dal Lingotto ed oggi denominata Officine automobilistiche Grugliasco.
Nel corso del colloquio entrambe le parti hanno ribadito le rispettive posizioni. “La missione di oggi era consegnare la lettera e spiegarne lo spirito – ha detto Pino Viola, rsu Fiom lasciando la palazzina del Lingotto- e questo è quello che abbiamo fatto. Dal canto suo la Fiat ci ha ribadito le posizioni già  espresse all’Unione industriale. E comunque è stato per noi positivo ed importante avere avuto la possibilità  di poter spiegare lo spirito contenuto nella lettera sottoscritta da circa 400 lavoratori”.
Ma nel pomeriggio arriva il gelo della Fiat. “La posizione dell’azienda è sempre la stessa e operazioni esclusivamente mediatiche, come la lettera al dottor Marchionne, non possono modificare la situazione”. Lo ha detto il responsabile delle Relazioni Industriali della Fiat, Paolo Rebaudengo. “Ho sottolineato – ha detto Rebaudengo – gli aspetti positivi per i lavoratori che deriverebbero dall’accordo proposto dalla Fiat. Ho ribadito quanto detto al termine della riunione del 22 marzo scorso quando, in seguito alla indisponibilità  della Fiom, avevamo dichiarato che non sussistono le condizioni per gli investimenti previsti dal piano di sviluppo”.

“La nostra lettera a Marchionne”

Nella lettera, che è stata promossa da una ventina di operai, si ricorda a Marchionne la travagliata storia recente della ex Bertone: “Quando lei, nonostante la crisi globale, ha deciso di rilevare, in una gara con più concorrenti, la nostra azienda, noi tutte e noi tutti eravamo felici che il nostro datore di lavoro diventasse la storica e grande Fiat che voleva valorizzare le nostre capacità  di fare auto”. I dipendenti ricordano gli “8 anni di lavoro discontinuo con l’uso della cassa integrazione che ha voluto dire sopravvivere con sostegni di 800 euro medi mensili” e sottolineano la loro “grande disponibilità  a lavorare ovunque si presentassero occasioni”. Oggi infatti sono circa 300 i dipendenti della fabbrica di Grugliasco che lavorano in altri stabilimenti del gruppo compresi i 114 che sono alla Sevel di Atessa, in Abruzzo. “Per tutto questo – conclude la lettera a Marchionne – pensavamo di non dover più essere sottoposti ad ulteriori esami. Pensiamo di aver salvato il nostro lavoro e la nostra azienda quando nessuno ci credeva. La invitiamo a venire da noi a conoscerci e a discutere”.


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