Ucraina europea. Ursula Von der Leyen a Zelensky: «Vincerete»
Il 30 e 31 maggio, la Ue riunisce un Consiglio europeo straordinario, per discutere di Ucraina, difesa (la Bussola strategica) e energia. Ieri, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e il capo della diplomazia, Josep Borrell, erano a Kiev e a Bucha, accompagnati su uno dei luoghi emblematici del massacro russo dal primo ministro ucraino, Denys Shmyhal: «possiamo vedere la crudeltà di Putin», ha affermato von der Leyen, dopo aver denunciato un «attacco disprezzabile» sulla stazione di Kramatorsk. Von der Leyen ha annunciato che «quest’estate» sarà accettata la candidatura dell’Ucraina alla Ue, mentre «di solito ci vogliono anni»: la Russia è «minacciata di decomposizione» a causa delle sanzioni, mentre l’Ucraina ha «un avvenire europeo».
BORRELL HA CONDANNATO il nuovo massacro alla stazione, «un male senza limiti», «un attacco cieco da parte della Russia, un nuovo tentativo di chiudere le vie di evacuazione per coloro che fuggono da questa guerra ingiustificata». Condanne anche da tutte le capitali europee, la Francia denuncia «un crimine contro l’umanità». Il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, rappresentante di un paese neutro, è oggi a Kiev e Bucha. Nella serata di giovedì, Borrell ha annunciato un aumento di 500 milioni del finanziamento europeo per armi all’Ucraina, che sale a 1,5 miliardi.
Non solo, perché Ursula von der Leyen ha specificato che «Stiamo rafforzando il nostro aiuto finanziario per l’Ucraina. Oggi stiamo fornendo 1 miliardo di euro di sostegno. Questa somma è composta da tre diversi pacchetti finanziari. Mentre parliamo, stiamo trasferendo 120 milioni di euro a titolo di sostegno al bilancio. Metteremo subito a disposizione i 330 milioni di euro del nostro pacchetto di emergenza. Entrambi sono sovvenzioni. E stiamo accelerando la seconda metà del pacchetto di assistenza macrofinanziaria con 600 milioni di euro».
IERI, LA FINLANDIA ha comunicato che entro fine giugno deciderà se presentare la candidatura per entrare nella Nato. Giovedì sera, la Ue ha confermato il quinto pacchetto di sanzioni, presentato all’inizio della settimana dalla Commissione: si tratta di un embargo sul carbone (da agosto), la proibizione di nuovi investimenti in Russia, la chiusura dei porti europei alle navi russe, blocco del trasporto su camion, di investimenti tecnologici per 10 miliardi di euro, di importazioni di materie prime per 5,5 miliardi, oltre che gelo degli averi di altri 200 oligarchi.
IN DISCUSSIONE c’è l’embargo sul petrolio, che potrebbe arrivare prossimamente, mentre sul gas la Ue ha deciso di ridurre di due terzi la dipendenza dalle importazioni dalla Russia entro fine anno, ma molti paesi sono ancora estremamente reticenti ad andare più lontano e a decidere per un taglio netto.
La Ue ha annunciato di aver gelato 29,5 miliardi di averi degli oligarchi, tra azioni, barche, elicotteri, proprietà immobiliari, oggetti d’arte.
Di fronte al parlamento finlandese, il presidente Volodymyr Zelensky, ha affermato ieri che Kiev ha bisogno di «sanzioni potenti», un «cocktail Molotov», facendo riferimento alla resistenza finlandese nell’inverno del ’39-’40 e ha criticato «chi ci fa aspettare cose di cui abbiamo profondamente bisogno», cioè «armi, armi, armi», come ha detto la vigilia il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba a Bruxelles, alla sede della Nato. “La reticenza di alcuni paesi a imporre un embargo sul petrolio e sul gas è inaccettabile» ha commentato ieri la vice-prima ministra ucraina, Iryna Verechchuk.
La presidente della Commissione europea ha trattato anche il tema dei profughi, dicendo a Zelensky che «Siamo con gli ucraini mentre cercano rifugio all’interno dei nostri confini. E ti prometto: ci prenderemo cura di loro finché non sarà sicuro tornare a casa. Sede di un’Ucraina libera e prospera. Ci assicuriamo – ha proseguito – che abbiano accesso ad alloggi, scuole, cure mediche e lavoro. Il coraggioso popolo ucraino non merita niente di meno. Insieme al primo ministro, Justin Trudeau, del Canada, convocheremo domani un evento di promessa a Varsavia. Chiamiamo la nostra campagna ‘Difendi l’Ucraina’. Mobiliteremo sostegno per le persone in fuga dalla guerra all’interno e all’esterno dell’Ucraina. Questa campagna è l’ennesima prova che la causa dell’Ucraina oggi è la causa del mondo».
IL GRUPPO DI VISEGRAD – infine – è ormai tramontato. Da Varsavia, il leader del Pis, Jaroslaw Kaczynski, ha criticato aspramente ieri il primo ministro ungherese, Viktor Orban, per non aver condannato il massacro di Bucha: un giudizio «molte negativo, triste, quando Orban dice che non vede quello che è successo a Bucha, gli dico che dovrebbe andare dall’oculista».
* Fonte/autore: Anna Maria Merlo, il manifesto
by https://picryl.com/ Public Domain
Related Articles
In Egitto sarà sfida tra islamici e generali
Presidenziali, al ballottaggio il candidato dei Fratelli musulmani e l’ex premier di Mubarak L’altra sorpresa è il terzo posto del nasseriano Sabbahi che ha superato Moussa
Ankara a Parigi: «Pronti a sanzioni economiche»
PARIGI – La Francia e la Turchia sono sull’orlo della rottura delle relazioni diplomatiche.
L’America sotto shock dopo la strage degli innocenti “Basta sangue, fermate le armi”