Ucraina. Il fuoco non cessa, bombe su ospedale pediatrico di Mariupol
Bombe a caduta libera. Nella città sotto assedio sono 400mila le persone intrappolate. Kamala Harris in Polonia per ricucire lo strappo sui Mig-19
Il cessate il fuoco per consentire le evacuazioni ha retto a singhiozzo: nel primo pomeriggio di ieri le notizie in arrivo dall’Ucraina erano tragiche. Le truppe russe hanno bombardato un ospedale pediatrico a Mariupol, i video e le immagini diffusi da testimoni mostrano la devastazione, quel che resta di uffici e stanze.
IN SERATA IL GOVERNATORE della regione ucraina di Donetsk ha comunicato che circa 17 persone sarebbero rimaste ferite dopo l’attacco aereo. Ma Mariupol è stata assediata durante tutta la giornata: il vice sindaco Sergiy Orlov ha denunciato che «la città è sotto bombardamento continuo dei russi» e che «è in corso un genocidio, con 1.170 persone uccise e 47 sepolte oggi all’interno di una fossa comune».
Il presidente ucraino Zelensky ha denunciato le bombe sull’ospedale ribadendo la sua richiesta di un sostegno che vada oltre le sanzioni: «È un’atrocità! Per quanto ancora il mondo sarà complice ignorando il terrore? Chiudete il cielo adesso, fermate le uccisioni. Avete la forza ma sembra stiate perdendo l’umanità». Ma sul tema della no fly zone richiesta da giorni in modo incessante da Kiev e la possibilità di utilizzare mezzi della Nato, ieri è scoppiato un caso tra Polonia e Stati Uniti sul quale è intervenuto anche il cancelliere Scholz (che ieri ha sentito Putin ribadendo la richiesta di un cessate il fuoco immediato) e del quale dovrà occuparsi suo malgrado Kamala Harris, la cui visita programmata giorni fa in Polonia prima e Romania poi si riempie di complicazioni.
MARTEDÌ SERA, A SORPRESA, Varsavia ha proposto di inviare alcuni dei suoi Mig-19 all’Ucraina, tramite una base militare americana in Germania (quella di Ramstein, il quartier generale delle forze aeree statunitensi in Europa e del comando aereo alleato della Nato). Idea subito rigettata da Stati Uniti e Nato (per bocca del segretario Stoltenberg). «Ci sono molte idee sul tavolo – riportano fonti americane sentite da Adnkronos – come si è visto dalla dichiarazione del Pentagono, riteniamo che questa proposta non sia sostenibile, ma incoraggiamo gli alleati a proporre idee; discutiamo da qualche tempo con i polacchi su come fornire assistenza all’Ucraina. Questo dialogo continuerà assolutamente ed è parte del viaggio della vicepresidente».
Ma gli Stati Uniti di Biden, che stanno cercando di barcamenarsi tra sanzioni e freddezza riguardo un coinvolgimento diretto, si ritrovano in mezzo a critiche interne. Come riportato da Politico «Il presidente Joe Biden mantiene la sua promessa di non avere truppe statunitensi impegnate in combattimenti diretti con la Russia e il suo team insiste sul fatto che ogni decisione viene soppesata tenendo presente quella promessa. Ma le varie richieste di Putin, dell’Ucraina e di altri paesi stanno sollevando interrogativi su quali mosse equivalgono a partecipare alla guerra secondo il diritto internazionale». Se è vero che la frizione con la Polonia ha segnalato un disallineamento, sul tema ieri si è espresso anche Scholz facendo chiarezza e dicendosi contrario alla fornitura di aerei Mig-19 all’Ucraina da parte della Nato.
INTERVENUTO a una conferenza stampa a Berlino assieme al premier canadese Justin Trudeau, Scholz ha parlato di un sostegno all’Ucraina con aiuti finanziari, umanitari e sistemi d’armamenti individuali. «Oltre a questo, dobbiamo considerare con molta attenzione cosa fare in termini concreti. E questo non comprende certo aerei da caccia».
Secondo i media americani tutta la vicenda avrebbe illustrato in modo accurato la fragile politica della Nato. Alcuni membri, come la Polonia, sono preoccupati di essere i prossimi a finire nel mirino di Putin; una posizione confermata dalla stampa polacca, in particolare, che però ieri è parsa raffreddare le ipotesi di utilizzo dei Mig-19 senza il supporto di Usa e Nato.
SUL TEMA nel tardo pomeriggio è intervenuto anche il segretario di Stato Usa Anthony Blinken: «La proposta della Polonia mostra che ci sono alcune complessità quando si tratta di fornire assistenza alla sicurezza. Dobbiamo assicurarci di farlo nel modo giusto», aggiungendo che «la partenza da una base statunitense della Nato in Germania per volare nello spazio aereo conteso con la Russia per l’Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza Nato. Quindi dobbiamo lavorare sui dettagli di queste cose in futuro. Semplicemente non ci è chiaro che ci sia una motivazione sostanziale per farlo nel modo in cui è stato proposto ieri».
Nella serata di ieri dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni unite per i diritti umani sono arrivate anche cifre verificate su morti e feriti a seguito dell’invasione russa: l’Onu ha dichiarato di aver verificato 516 morti e 908 feriti, ma c’è da credere che le cifre reali siano più alte. La maggior parte delle vittime civili sono state causate da armi esplosive, inclusi bombardamenti, missili e attacchi aerei, ha affermato l’Onu.
* Fonte/autore: Simone Pieranni, il manifesto
ph by LLs, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
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