Ventimiglia, lite fra polizie al confine agenti extra per controllare i gendarmi
VENTIMIGLIA – In questa perversa caccia al tunisino da “riammettere” in Italia, incentivata dalle autorità francesi con bonus economici, la solerzia della gendarmerie ha provocato anche qualche pesante effetto collaterale. Come la disavventura, raccontata agli agenti del commissariato di Ventimiglia, da Samir, un tunisino che lavora regolarmente in Italia con un permesso di soggiorno e che la scorsa settimana era andato a trovare suo fratello che vive sulla Costa Azzurra. L’auto sulla quale viaggiavano è stata fermata nell’entroterra di Tolone e nonostante i documenti in regola, Samir è stato scambiato per un clandestino proveniente da Lampedusa via Ventimiglia. La normativa francese stabilisce che i casi di riammissione dovrebbero essere trattati in 4 ore, ma il fascicolo Samir si è allungato parecchio oltre: «Ha spiegato di non essere stato creduto nonostante i documenti, e di essere stato trattenuto per due giorni in una guardina – raccontano dalla polizia di frontiera della cittadina ligure – e di esserne rimasto traumatizzato». La vicenda di Samir e l’abuso di potere di cui è stato vittima resterà , probabilmente, solo una delle mille storie di leggi aggirate e trattati internazionali interpretati a piacimento, che caratterizzano “la guerra di polizie” che va in scena a Ventimiglia. Gli italiani ritengono che i colleghi francesi spesso non rispettino le procedure della riammissione: le norme transalpine stabiliscono che il clandestino trovato sul territorio francese che si ritiene proveniente dall’Italia (fanno fede scontrini o biglietti del treno) deve essere “trattato” – iter che comprende anche un nulla osta delle nostre autorità che hanno invece 48 ore di tempo per rispondere – e riconsegnato alla nostra polizia entro quattro ore. Se il termine viene superato il fermato dovrebbe essere rilasciato sul suolo francese. Invece accade che, scadute le quattro ore, la pratica venga archiviata e il tunisino riportato oltre frontiera e letteralmente scaricato in mezzo alla strada, in barba all’obbligo di consegna formale ai nostri agenti. Tra l’altro, il numero di riammissioni è uno degli obiettivi dei vari uffici e commissariati che vengono premiati con incentivi economici dal governo Sarkozy. Per interrompere il ripetersi del “giochetto”, da oggi, i 25 poliziotti di rinforzo mandati dal Viminale a Ventimiglia serviranno anche per controllare il confine ed evitare che i cugini facciano i furbi. All’oscuro di questa partita diplomatica, i tunisini che arrivano a Ventimiglia sono in costante aumento. In città il centro di accoglienza allestito dalla Protezione Civile e in grado di ospitare 150 persone – ieri è arrivata anche la prima famiglia formata da marito e moglie e due bambini – è sicuramente servito ad evitare, fino ad oggi, una situazione di degrado e disperazione. Le proteste però non mancano. Ieri è stato il giorno del presidio leghista guidato dall’europarlamentare Mario Borghezio. Il motto: «Fora di ball, ma ai politici europei che non stanno facendo nulla».
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