«La missione è complicata Disposto a fare da mediatore»

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ROMA — Monsignor Domenico Mogavero è vero che lei aiuterà  il governo nella trattiva con la Tunisia per gli immigrati? «Mi ha chiamato il ministro Roberto Maroni e ho detto che mi metto a disposizione» . In che modo? Lei è il vescovo di Mazara del Vallo e anche membro della commissione della Cei per l’immigrazione… «Ma ho soprattutto ottimi rapporti con Lahham Maroun, l’arcivescovo di Tunisi con la quale Mazara del Vallo è gemellata. Nel nostro paese, del resto, esiste la Fondazione San Vito che da dieci anni opera nel campo dei rapporti bilaterali con la Tunisia» . E vi siete parlati lei e l’arcivescovo di Tunisi? «Sì, siamo in contatto continuo. Lui mi tiene aggiornato sulla situazione in Tunisia, che dal punto di vista istituzionale è abbastanza stabile, mentre è un disastro dal punto di vista occupazionale. Mi ha fatto anche qualche esempio» . Quale? «Una cifra per tutte: adesso in Tunisia è saltata la stagione turistica e ci sono almeno cinquecentomila giovani senza occupazione» . In che modo pensa di operare la sua mediazione? «Lavorando grazie ai rapporti che esistono e sono assai solidi. Sono d’accordo con il ministro dell’Interno che faremo un punto subito dopo la loro missione in Tunisia» . Come la vede questa missione del capo del Governo a Tunisi? «Difficile» . Perché? «Perché il governo tunisino è in grossa difficoltà » . Non pensa che siano disposti a riprendersi indietro i loro migranti? «Non credo che ci sia una chiusura totale a riaccogliere chi è andato via. Ma bisogna presentarsi da loro con dei piani di sviluppo» . — che cosa intende? «Bisogna avere presente la dimensione del problema che richiede una strategia ad ampio spettro » . Ovvero? «Occorre avere ben presente che si deve agire in due fasi: la prima fase di emergenza e l’altra sul lungo termine» . Adesso siamo nella fase di emergenza… «E dobbiamo pensare a qualcosa di straordinario. Non basta metterli sulle barche e respingerli o allestire tendopoli» . Cosa, allora? «Coinvolgere concretamente l’Europa, prima di tutto. Gli immigrati devono essere equamente distribuiti nei Paesi europei. E poi fare un progetto che chiami in causa il mondo politico, imprenditoriale, il volontariato» . Il premier Berlusconi ha parlato di «dovere dell’ospitalità » . «E io sarò il primo ad applaudire se a queste sue, come altre parole corrisponderanno fatti concreti» .


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