“Un numero e 200 euro, così si passa in Francia”
VENTIMIGLIA – Si tenta di stringere le maglie per le centinaia di immigrati finora giunti a Ventimiglia e per le migliaia che sono scappati dai Cie e sono diretti al confine italo-francese. Chissà se serviranno ancora i bigliettini con i numeri di telefono che tutti hanno in tasca, ricevuti nei Centri di immigrazione ed espulsione di Manduria e di Mineo. I “pizzini” sono stati recapitati dalla stessa organizzazione che da Sfax ha traghettato i giovani nordafricani fino a Lampedusa. Alla maggior parte di coloro che sono stati fermati in Francia e riconsegnati all’Italia, la polizia di frontiera ha trovato in tasca un bigliettino con alcuni numeri di telefono. Sempre gli stessi. «Siamo scappati da Manduria perché ci hanno detto che a Ventimiglia avremmo trovato un tunisino che abita a Marsiglia e parla anche l’italiano – racconta Karim H., 36 anni – per 200 euro ci avrebbe fatto passare di nascosto in Francia». Gli investigatori italiani sospettano che dal “fai-da-te”, dai maghrebini residenti in Costa Azzurra e nella Riviera Ligure che si sono improvvisati “passeur”, si sia passati ad un altro livello. Tanto che si stanno controllando i tabulati telefonici per individuare la cosca che spinge gli immigrati chiusi nei Cie a scappare. D’altra parte, la contrattazione è sotto gli occhi di tutti: avviene sulla piazza della stazione di Ventimiglia. «Vedi, l’uomo da contattare è quello seduto sul bordo della fontana», indica Anis. Tarchiato, scuro di pelle, nordafricano anche lui, occhiali da sole avvolgenti, felpa della Adidas. Da martedì batte la piazza con altri due compari che hanno giubbotti di pelle da 400 euro. Per 200 euro stanotte ti farà passare il confine: non da Ponte San Luigi o da Ponte San Ludovico, ma dai passi di montagna, quelli utilizzati prima della guerra dagli antifascisti che riparavano oltreconfine. «Ci sono sette valichi nel raggio di 12 chilometri – spiega Gaetano Scullino, il sindaco Pdl di Ventimiglia – non si possono controllare tutti». L’ultima speranza di Karim, di Sousse, sbarcato a Lampedusa un mese fa, poi tradotto a Bari, scappato da lì per sconfinare in Francia, si è indebolita alle 17 di ieri, dopo il vertice tenuto nella sede della polizia di frontiera di Ventimiglia (presente il questore di Imperia, Pasquale Zazzaro). Da oggi anche l’Italia chiude ai clandestini nordafricani le frontiere con la Francia. Pugno di ferro contro chi tenta di passare a Mentone. «Da domani avremo altri 40 agenti di polizia che controlleranno i retrovalichi, per impedire a chiunque di passare da una parte all’altra – dice il prefetto Rodolfo Ronconi, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia di Frontiera – nello stesso tempo chiediamo ai colleghi francesi di rispettare scrupolosamente l’accordo di Chambery, in modo che le procedure di riammissione siano legittime». Le dichiarazioni del prefetto sono l’impossibile tentativo del governo di rispondere alle migliaia di immigrati tunisini che stanno per giungere nell’estremo ponente ligure. Ed alle preoccupazioni del sindaco di ritrovarsi la città invasa, nonostante sia stato aperto un centro di accoglienza distante 5 chilometri dall’abitato. Capienza 100 posti letto, giovedì sera, primo giorno di apertura, sono arrivati 140 immigrati.
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