Bavaglio sul Csm il centrodestra accelera

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ROMA – Visto che non bastano i comunicati, l’ultimo appena qualche giorno fa, né tantomeno il dissenso interno dei laici di centrodestra, adesso il Pdl passa alle vie di fatto e vuole mettere il bavaglio al Csm. Si muovono i luogotenenti di Berlusconi al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vice. Ancora un anticipo, con legge ordinaria, della riforma costituzionale Alfano. È appena successo per la responsabilità  civile dei giudici, finita con l’emendamento Pini nella legge comunitaria, nonostante sia un capitolo importante della riforma. Accade con il ddl Gasparri-Quagliariello sul Csm che previene quanto la futura riforma mette in Costituzione. Il Consiglio non potrà  più dare pareri sulle leggi, né tantomeno tutelare i magistrati con dei documenti. Potrà  pronunciarsi, ma solo se a chiederglielo è il ministro Guardasigilli, su norme che riguardano l’ordinamento giudiziario e l’amministrazione della giustizia. A palazzo dei Marescialli è meglio si scordino delle pratiche per difendere famosi colleghi aggrediti dai politici, Berlusconi in testa. Le ultime due più famose – il documento per difendere la presidente del primo collegio Mills Nicoletta Gandus, quella per il pm Fabio De Pasquale – resteranno un ricordo. Basta cambiare la legge del ‘58 che disciplina la vita del Consiglio. E il gioco è fatto. Nella guerra della giustizia su prescrizione breve, conflitto per Ruby, responsabilità  civile, s’inserisce adesso un’altra pagina destinata a generare scontri. Proprio mentre il Csm è alla vigilia di alcune decisioni importanti – sulla responsabilità  già  lunedì, sulla riforma della giustizia, sulla prescrizione breve – dalla maggioranza arriva un segnale ben preciso: questo Consiglio va messo a tacere subito, e definitivamente. Tant’è che il ddl Gasparri-Quagliariello ottiene di essere messo in calendario nella commissione Giustizia del Senato, presieduta dal pidiellino Filippo Berselli, dove aspira a una corsia preferenziale. Qualora dovesse realmente essere approvato, con l’attuale Csm che a luglio compie il primo di quattro anni di navigazione, cambierebbe la storia dei rapporti tra magistratura e politica E spingerebbe le toghe a una forte mobilitazione.


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