Scaroni, Conti e Cattaneo confermati in arrivo due ad a Finmeccanica
ROMA – Paolo Scaroni e Fulvio Conti saranno confermati ai vertici di Eni e Enel. Così come Flavio Cattaneo a Terna e Massimo Sarmi alle Poste. Resiste Pier Francesco Guarguaglini alla presidenza di Finmeccanica ma sarà affiancato da due amministratori delegati. La soluzione per piazza Monte Grappa potrebbe servire ad accontentare gli appetiti neo-lottizzatori della Lega di Umberto Bossi che punta anche a una presidenza, Enel o Terna. Il puzzle delle nomine pubbliche è ormai in via di composizione. Martedì notte Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, hanno sostanzialmente chiuso il pacchetto. Ieri il ministro è partito per la Cina. Lunedì prossimo gli ultimi ritocchi a ridosso della presentazione delle liste per i consigli di amministrazione. Dove ci sarà anche il nome di Pedro Solbes, già commissario Ue nella squadra di Romano Prodi, poi ministro dell’Economia nel secondo governo di José Luis Zapatero. Entrerà nel consiglio di Enel come rappresentante indipendente nelle liste di Assogestioni che ha anche deciso di indicare l’ex ad di Unicredit Alessandro Profumo per il board dell’Eni. La scelta di Solbes risponde alla forte espansione dell’Enel nei mercati latino americani attraverso la controllata Endesa: primo operatore privato in Spagna, Portogallo, Brasile, Argentina, Perù, Colombia, Cile. L’ultimo nodo da sciogliere riguarda il “governo” di Finmeccanica. Guarguaglini (74 anni, al secondo mandato) dovrebbe restare presidente ma non più amministratore delegato. L’ipotesi più probabile è che la carica di ad venga divisa tra due manager. E tre sono i candidati: Alessandro Pansa, attuale condirettore generale, uomo di finanza, fortemente sostenuto dal direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli; Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Agusta Westland, sponsorizzato dalla Lega; Giuseppe Zampini, ceo di Ansaldo Energia, che trova sponde nel Pdl. Ma Guarguaglini, coinvolto ma non indagato nell’inchiesta sulla Selex della moglie Marina Grossi, pare che negli ultimi giorni stia cercando di strappare un nuovo mandato forte o almeno alcune deleghe. Finmeccanica opera su un mercato particolare come quello della difesa, dove i rapporti personali contano molto più che in altri settori. Ed è questa la carta che sta giocando l’anziano manager toscano. Se Orsi sarà uno degli ad di Finmeccanica, la Lega potrebbe rinunciare a chiedere una presidenza. Altrimenti potrebbe tornare a guardare a quella dell’Enel (Piero Gnudi è considerato troppo vicino a Pier Ferdinando Casini) oppure a quella di Terna dove ora siede Luigi Roth, uomo vicino a Comunione e liberazione. Nel caso, il candidato forte del Carroccio (l’alternativa è Gianfranco Tosi) si chiama Roberto Castelli, attuale viceministro alle Infrastrutture. Ma questo è anche l’ostacolo alla nomina di Castelli: una legge del ‘63 impedisce il passaggio dal governo a una società partecipata dal Tesoro. Castelli dovrebbe dimettersi e stare in stand by per almeno un anno. E Roth dovrebbe essere disponibile a un patto per la staffetta. Molte incognite. Insieme a Scaroni è destinato a restare all’Eni, per il quarto mandato, il presidente Roberto Poli (preferito all’ipotesi Mario Resca). E anche Giovanni Ialongo rimarrà alla presidenza delle Poste, casella che spetta alla Cisl: ha rinsaldato il rapporto con Raffaele Bonanni e trovato buone sponde in Letta e Maurizio Gasparri.
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