A2a: “Con Edf fino in fondo per spartirsi Edison”
MILANO – Sostiene Renato Ravanelli, direttore generale di A2a, che non si potrà non tener conto del cosiddetto decreto anti-scalate, quando arriverà . Ma allo stesso tempo, il manager che guida l’utility nata due anni fa anni fa dalla fusione tra Aem Milano e Asm Brescia ha fatto ben intendere che l’obiettivo – checché ne pensi il ministro Giulio Tremonti – è sempre lo stesso: trovare un accordo con i francesi di Edf per la spartizione di Edison. Secondo lo schema che stava per essere approvato un mese fa e che all’ultimo momento è stato stoppato proprio dal titolare del dicastero dell’Economia in nome di una crociata contro le imprese francesi troppo intraprendenti sulle aziende italiane. Ravanelli lo ha ribadito ieri parlando agli analisti durante la presentazione dei conti del 2010: «Dovremo tener conto delle eventuali modifiche di carattere normativo. Ma noi puntiamo a trasformare la nostra partecipazione in Edison in asset industriali, le discussioni con Edf sono aperte e speriamo di portare a casa risultati soddisfacenti per tutte le parti coinvolte». Come era già emerso, A2a è disposta a cedere il controllo di Edison a Edf in cambio di una parte di cash e alcune centrali idrolettriche della controllata Edipower. L’utility italiana rimarrà comunque socio di Edison (con il 30%, ma senza più accordi di governance per il co-controllo), sperando che non si ripeta più un anno come il 2010. A causa dei 400 milioni di svalutazione per le perdite subite nel settore del gas da parte di Edison, A2a ha avuto un impatto negativo sul suo bilancio per 130 milioni. Compensati dalla plusvalenza di 210 milioni sulla vendita del 5% dell’utility svizzera Alpiq. Solo in questo modo si è arrivati a un utile di 308 milioni che è stato interamente distribuito ai soci. Ma l’anno prossimo si cambia: il pay out, ha avvisato, Ravanelli non sarà più del 60-70%. I consiglio di gestione e sorveglianza di A2a ieri non hanno solo esaminato i conti. Hanno risolto anche il nodo delle nomine per la catena di controllo di Edison. La presidenza di Delmi, la scatola che controlla la quota in Foro Bonaparte, va a un commercialista bresciano Franco Baguiera, vicino alla Lega. Nel cda di Edison vengono riconfermati tutti gli uscenti a cominciare dal presidente Giuliano Zuccoli che mantiene la carica. Tramontata definitivamente l’ipotesi Gabriele Albertini, nonostante il pressing di Silvio Berlusconi e di Letizia Moratti: l’ex sindaco di Milano dovrà accontentarsi della poltrona di presidente di Edipower. Ma per poco, visto che Edipower è la società che verrà smembrata nel caso di accordi tra italiani e francesi.
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