«Noi dei centri sociali stiamo con De Magistris. È un’alternativa vera»

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«Siamo nei territori per costruire una partecipazione attiva sui temi dei beni comuni, dai rifiuti all’acqua pubblica. Si può scegliere di praticare solo il conflitto sociale oppure verificare se esiste una sponda politica che interpreti le nostre buone pratiche. Per questo saremo nella lista civica di Luigi De Magistris». Antonio Musella, della rete Commons, racconta così l’impegno di una parte del movimento nelle amministrative partenopee di maggio prossimo. Un passo in più rispetto alla scorsa tornata, in cui il motto era stato «scegli il tuo nemico», preferendo cioè Rosa Russo Iervolino come interlocutore antagonista rispetto al candidato delle destre, allora ci furono due consiglieri di municipalità  eletti. Questa volta si punta al Consiglio comunale: «Per aprire un laboratorio politico sul futuro di Napoli, in prima linea ma fuori dai partiti». In lista ci sarà  Pietro Rinaldi, avvocato e attivista, che ha attraversato l’esperienza dei centri sociali, da Officina 99 allo Ska, adesso con Insurgencia e il presidio di Chiaiano e Marano antidiscarica. Pietro, da Genova 2001 a sostenere un magistrato? Partiamo dal fatto che il centrodestra campano è pericoloso. Fosse solo affarismo, malgoverno e politiche repressive, con Berlusconi abbiamo imparto a reagire. Oltre le inchieste su Nicola Cosentino, c’è la cronaca quotidiana a spiegarci di cosa parliamo. Dopo provincia e regione, sono pronti a mettere le mani sulla città . Solo una chiarissima rottura con il passato del centrosinistra, che non è solo bassolinismo ma un gruppo di potere trasversale, può attivare le forze vive per il riscatto della città . Nessuna critica su come è maturata la candidatura De Magistris? Il centrosinistra ci ha sostanzialmente fatto capire di non volere la discontinuità . La vicenda delle primarie conferma pienamente il dato. Certo non ci piace l’idea che solo tra magistrati si possa raccogliere le forze sane della società , ma in De Magistris non vediamo il magistrato di una inchiesta “scomoda”, ma un politico che rompe gli schemi, soprattutto con il passato. Poi ci è stato vicino da europarlamentare nella battaglia di Chiaiano, sposando le nostre idee sull’abbandono definitivo delle discariche e degli inceneritori per la raccolta differenziata e il trattamento meccanico. Per la battaglia senza se e senza ma sull’acqua pubblica. Una posizione, la vostra, condivisa da tutti i pezzi di movimento napoletano? Non rappresentiamo tutto il movimento, ma di sicuro importanti aree stanno guardando a De Magistris come un’opportunità  e non nella logica del meno peggio. È una candidatura di eccellenza, l’unica possibile. Saremmo rimasti indifferenti a Ranieri o Cozzolino. Il fatto che Pd e Sel non sentono la pancia dell’elettorato è abbastanza evidente, non stanno sul marciapiede e non sentono l’umore di una città  che vuole il cambiamento. Il problema è evitare che si cambi in peggio, ritrovandosi con Gianni Lettieri. Quale sarà  il vostro contributo? Innanzitutto sfruttando l’esperienza che abbiamo fatto sul campo nella questione dei rifiuti, ma quello che più ci interessa è avere un sindaco che inverta la linea, che apra le porte del comune. Il sindaco che vogliamo è quello che sa dialogare con i disoccupati e con i precari senza tuonare contro il conflitto, che si faccia carico dei problemi. E se non può dare risposte, si faccia portavoce con chi il potere e i soldi ce li ha (la regione e il governo) del malessere della città . Il sindaco che vogliamo sa essere il primo cittadino delle comunità  in rivolta che difendono il proprio territorio.


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