Camusso (Cgil): “Importante riproporre il welfare come crescita e non come spesa”

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ROMA – “E’ importante oggi riproporre la questione del welfare come crescita e non come spesa”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso intervenendo questa mattina alla presentazione del Manifesto per un welfare del XXI secolo promosso dalla Rivista delle Politiche sociali in corso presso la Federazione nazionale della stampa italiana a Roma. Per Camusso, la presentazione del manifesto “è un segno che esiste ancora un pensiero in Italia e che avere un pensiero sul welfare non è antico, ma avere uno straordinario pensiero per il futuro”. Per Camusso, è importante oggi portare avanti una “vera battaglia culturale per respingere l’idea che il welfare è puramente un costo”, tuttavia aggiunge, “abbiamo un governo che fa esplicitamente delle politiche per cui bisogna vergognarsi della propria povertà . Penso al dibattito della social card o anche il modo in cui affronta in queste ore la questione di Lampedusa”.

Per il segretario, inoltre, è indispensabile parlare oggi di welfare di cittadinanza: “Il welfare parla ai singoli cittadini e non può essere solo familiare – ha affermato -. Perché se è solo concepito come welfare familiare in realtà  è compensazione a ciò che la famiglia non assolve in sé. Ma in questo c’è la chiave culturale del perché non abbiamo un sistema di servizi per l’infanzia. Perché torna l’ideologia che l’infanzia è un tema delle famiglie”. Ed un esempio concreto di welfare come crescita e non come costo è proprio quello applicato ai servizi per l’infanzia. “Dico sempre che coi soldi del ponte si potevano costruire tanti asili nido – ha affermato -. Questa proposta non viene raccolta perché non si considera l’asilo un investimento produttivo. Qualcuno deve ancora dimostrarmi che il ponte sia un investimento produttivo, ma nella logica produttiva una strada o un ponte è di per sé considerato tale, un asilo no”. (ga)

 

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