Fondi nazionali per il sociale, in 3 anni un taglio dell’80%

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ROMA – Due miliardi di euro in meno per il sociale rispetto al 2008, quasi un miliardo in meno rispetto al 2010. E’ un ridimensionamento drastico quello sancito nei mesi scorsi dalla legge di stabilità . E proprio sui tagli al sociale, con sguardo allargato agli ultimi tre anni, si fonda il Manifesto per un welfare del XXI secolo, che viene lanciato questa mattina a Roma presso la sede della Federazione nazionale della stampa su iniziativa della Rivista delle politiche sociali della Cgil. Una iniziativa per, si afferma, “ripensare l’intervento pubblico sul welfare”. Il manifesto, intorno al quale si vuole raccogliere il consenso di esperti, operatori sociali, associazioni, ha un taglio sintetico e richiama i principali capisaldi di ogni sistema contemporaneo di politiche sociali. L’intento è quello di dar vita a un largo movimento di opinione che si opponga “al sostanziale azzeramento dell’intervento pubblico nel welfare e che ne ripensi le strategie d’intervento secondo un criterio di salvaguardia e di valorizzazione dell’azione pubblica”.

I numeri. Come detto il Manifesto fa diretto riferimento ai drastici tagli alle politiche sociali operato da tre anni a questa parte e sancito anche dalla legge di stabilità  per il 2011. La nostra stessa agenzia nel novembre scorso aveva dato le cifre relative a tali decurtazioni. Cifre che riproponiamo.
Il bilancio complessivo dei fondi statali a carattere sociale parla di una flessione evidente degli stanziamenti, che scendono del 63,4% rispetto al 2010, superando appena la soglia dei 500 milioni di euro complessivi (per la precisione 538,3). Per le stesse voci, nel 2010 si sfiorava la cifra del miliardo e mezzo (1.472 milioni) e appena tre anni fa, nel 2008, la dotazione dei fondi a carattere sociale superava i due miliardi e mezzo (2.526,7 milioni). In tre anni, insomma, le risorse si sono ridotte ad un quinto (-79%). E le previsioni per il 2012 e il 2013 raccontano di un’ulteriore stretta, con il totale dei fondi sociali che sarà  ridotto, nelle previsioni, di un’altra metà , fino a toccare appena quota 271 milioni. Nello specifico, si parla di 340 milioni di euro per il 2012 (-36,8% rispetto a quest’anno) e 217,1 milioni per il 2013 (altro -20,3% rispetto al 2012).

Il dettaglio dei tagli. Il taglio più significativo è quello del Fondo politiche sociali, che dai 929,3 milioni del 2008 è sceso ai 435,3 milioni del 2010 e che per il 2011 si assesterebbe sui 274 milioni. Il taglio rispetto al 2010 resta pesante: -36%, con la prospettiva di un sostanziale azzeramento futuro (70 milioni nel 2012, 44,6 nel 2013). A rimetterci saranno soprattutto i trasferimenti alle regioni e la rete dei servizi sociali territoriali.
Non va meglio al Fondo politiche della famiglia: aveva 185,3 milioni nel 2010 (erano stati 346,5 due anni prima), nel 2011 sono 51,5 milioni (-71,3%).

Tempi di vacche magrissime anche per il Fondo politiche giovanili: nel 2010 era stato finanziato con 94 milioni, nel 2011 è stato prima ridotto a 33 milioni e poi, con il maxiemendamento del governo, ulteriormente abbattuto fino a 12,8 milioni. Il confronto con l’anno passato parla di un –85%. Ha recuperato qualcosa, invece, il Fondo pari opportunità : lo stanziamento iniziale di 2,2 milioni è salito a 17,2 milioni per il 2011 (ma nel 2009 erano 30 milioni e nel 2008 ce n’erano 64,4). Pesante anche il ridimensionamento del Fondo per il sostegno alle abitazioni in locazione, che aiuta chi prende in affitto un’abitazione: i 143,8 milioni nel 2010 si riducono a 32,9 (-76%). Drastico anche il calo dei fondi per il servizio civile: erano 300 milioni nel 2008, sono stati 170,3 milioni nel 2010, ne rimangono 113 (-33,6% in un anno) nel 2011. In questo quadro, resiste quasi solamente il Fondo per l’infanzia e l’adolescenza, stabile a 40 milioni: cifra che però riguarda solamente le 15 città  beneficiarie di una quota riservata. Il settore subirà  comunque un contraccolpo dal calo del fondo indistinto per le politiche sociali.
Infine il Fondo per la non autosufficienza: Si va verso un totale azzeramento del fondo che nei tre anni passati è stato finanziato con 400 milioni annui (300 nel 2008). Evidenti le conseguenze sull’attuazione delle prestazioni assistenziali per le persone non autosufficienti, in continua crescita numerica.
Il quadro complessivo è completato considerando che rispetto agli anni precedenti, già  nel 2010 erano stati azzerati il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (100 milioni nel 2008, zero dall’anno successivo in poi) e il fondo destinato al Piano straordinario per i servizi sulla prima infanzia (100 milioni nel 2008 e 2009, non un solo euro a partire dal 2010).

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