Altro che transizione ecologica: il governo ha rinviato di nuovo la «plastic tax»
Legge di bilancio. Greenpeace: «Il governo della finzione ecologica e la dipendenza dal fossile». Cinque Stelle spaccati. Soddisfatti i produttori di imballaggi
Il rinvio al 2023 della «plastic tax» e della «sugar tax» previsto dal governo nel documento programmatico di bilancio (Dpb) ha spaccato i Cinque Stelle (mentre gli altri sostenitori al governo ieri tacevano) e ha ricevuto il plauso delle maggiori associazioni dei produttori di plastica da imballaggio. Unica voce discordante è stata quella di Greenpeace secondo la quale il nuovo rinvio di una modesta tassazione si perde così «l’ennesima importante occasione per tassare un comparto industriale inquinante e destinare i proventi a una vera riconversione sostenibile del settore. Il governo della #finzioneecologica – si legge in un twitt rivolto a palazzo Chigi e Ministero della «transizione ecologica» – mantiene l’industria in un passato ancora dipendente dalle fonti fossili». «Il #mare e il Pianeta soffocano per l’inquinamento da #plastica – prosegue Greenpeace – Qualsiasi ritardo nell’attuazione di misure politiche giuste e urgenti è un pesante fardello per gli ecosistemi e le future generazioni. Il governo faccia marcia indietro». Rinviare «un’altra volta la #plastictax vuol dire darla vinta alle lobby a scapito delle persone e del Pianeta! Com’è possibile che il governo scelga di anteporre gli interessi dell’industria della plastica a quelli dei cittadini?».
Interessante la spaccatura nel partito del governo con tutti, i Cinque Stelle. «La plastic tax doveva entrare in vigore già nel luglio 2020 ma invece, dopo essere già stata rimandata più volte, ora slitterà addirittura al 2023 – ha scritto in un post su Facebook Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio – La manovra 2022 poteva essere l’opportunità preziosa per concretizzare finalmente questo fondamentale scatto in avanti per la Transizione Ecologica del nostro Paese, così come indicatoci dall’Unione Europea, e invece si è tradotta in una nuova occasione persa. Sono azioni mancate come questa che danno ragione a Greta Thunberg e agli altri ragazzi di Friday For Future quando accusano i politici di limitarsi alle vuote promesse del loro ‘bla bla blà». «Al presidente Draghi e al Ministro della Transizione Ecologica, Cingolani, chiedo: “Questo governo persegue la Transizione Ecologica o la Finzione Ecologica?”. Forse è grave farsi questa domanda, ma è ancora più grave che provvedimenti mancati come la plastic tax la suscitino».
Si tutt’altra idea è il collega di Lombardi insediato al ministero dell’agricoltura, Stefano Patuanelli che ha spiegato le ragioni del rinvio: avrà un «impatto importante» sull’industria della trasformazione «agevolerà la chiusura del tavolo sul prezzo del latte» ha detto. «In questo modo immagino che anche l’industria della trasformazione aderirà con più serenità alla proposta dei produttori e della grande distribuzione organizzata». L’ipotesi è un aumento di 3 centesimi al litro.
Onofrio Rota della Fai Cisl ieri ha fatto un ragionamento più complessivo in cui ha criticato l’uso populista di tasse come quella sugli zuccheri e ha sostenuto che la tassazione sulle plastiche deve mirare «all’uso della plastica non alla plastica in sé». Distinzione fine tutta da determinare. Nel febbraio 2020, dopo il gran baccano prodotto nel governo «Conte 2», erano stati annunciati gli immancabili «tavoli tecnici» oltre che di «concertazione» per chiarire come e su cosa intervenire. le imprese, anche le più innovative, quando sappiamo che il vero problema non è la plastica in sé ma l’utilizzo che se ne fa». «A parte qualche sporadico incontro, non se ne è fatto nulla» sostiene Rota. È il modo in cui, con ogni probabilità, saranno affrontate tutte le gravi e ben più impegnative questioni che saranno poste dalla «transizione ecologica» inscritta nella missione del governo Draghi.
Filiera Italia, Federalimentare, Agrinsieme, Assobibe hanno accolto positivamente la notizia. Per loro sugar e plastic tax sono due misure da abolire perché dannose per le aziende. Per Coldiretti il rinvio salverebbe oltre 5mila posti di lavoro e 180 milioni di euro di fatturato. Prospettive apocalittiche tirate in ballo spesso che non sembrano essere congruenti con la realtà contenuta della tassa. Si parlerebbe di 1 euro per ogni chilo di imballaggi che dovrebbe essere accompagnata da sgravi e incentivi per il ricorso ad alternative a basso impatto ambientale. Tra l’altro, in un’ottica capitalista, ciò porterebbe anche allo sviluppo di sistemi di distribuzione alternativi.
* Fonte: Roberto Ciccarelli, il manifesto
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