Soldati israeliani uccidono un bambino palestinese, pubblicato il video che li incastra
Medio Oriente. L’ong israeliana B’Tselem rende pubbliche le immagini dell’uccisione del 12enne palestinese a Beit Ummar: «Non c’era ragione per aprire il fuoco». Intanto Israele bombarda il sud del Libano e minaccia l’Iran
Un video reso pubblico ieri dall’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem mostra il momento dell’uccisione del 12enne palestinese Mohammed al-Alami, lo scorso 28 luglio a Beit Ummar, nella Cisgiordania occupata.
Le immagini di una telecamera di sorveglianza dimostrano che l’esercito israeliano «non aveva ragione di aprire il fuoco», ha commentato B’Tselem in un comunicato. Nel video si vede l’auto di famiglia, guidata dal padre di Mohammed e su cui viaggiavano i tre figli piccoli, fermarsi in cima alla strada, all’ingresso del quartiere dove vivono, a poca distanza da una base israeliana.
L’auto fa retromarcia: Mohammed aveva chiesto di passare a comprare delle caramelle, hanno poi raccontato i familiari. A quel punto si vede un gruppo di soldati correre verso la macchina e aprire il fuoco.
Il video, aggiunge l’organizzazione, conferma la versione della famiglia al-Alami, secondo cui l’auto si era fermata all’incrocio, lontano dai militari, prima di cambiare direzione e allontanarsi.
«La decisione di sparare alla macchina, nel cuore di un quartiere residenziale, è senza giustificazione, nessuno dei passeggeri rappresentava un pericolo, né per i soldati né per altre persone. L’omicidio dimostra ancora una volta quanto poco vale la vita dei palestinesi agli occhi dei soldati, dei loro comandanti e dei politici».
L’esercito israeliano aveva dato, la scorsa settimana, la sua versione: i soldati avrebbero confuso l’auto degli al-Alami con un altro veicolo, il cui proprietario era ricercato perché sospettato di aver trafugato il corpo di un bambino. Una motivazione che B’Tselem rigetta, perché non giustifica in ogni caso gli spari contro un’auto che in quel momento non minacciava nessuno.
Mohammed al-Alami è l’undicesimo bambino palestinese ucciso da Israele in Cisgiordania dall’inizio dell’anno, secondo i dati raccolti dall’associazione Dci Palestine. Il 78esimo nei Territori occupati nel 2021, di cui 66 a Gaza durante l’offensiva israeliana dello scorso maggio.
Ai funerali del 12enne palestinese, il giorno dopo l’omicidio, l’esercito israeliano ha aperto di nuovo il fuoco uccidendo un 20enne palestinese, Shawkat Awad.
Intanto al confine israelo-libanese è tornata ad alzarsi la tensione, tra mercoledì e giovedì. Ieri mattina l’aviazione israeliana ha bombardato il sud del Libano, postazioni da cui Tel Aviv ritiene siano partiti due razzi verso il nord di Israele.
È la prima volta dal 2014 che Israele bombarda la zona (controllata dal movimento sciita Hezbollah), tanto da scatenare la reazione di Beirut che, con il presidente Michel Aoun, ha parlato ieri dell’intenzione di lanciare un’escalation e di violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
A rispondere al presidente libanese è stato il ministro della Difesa israeliano Gantz, che ha accusato del lancio dei due razzi non meglio precisate fazioni palestinesi: «Questo era un attacco volto a mandare un messaggio: chiaramente possiamo fare di più, speriamo di non doverci arrivare». Gantz è poi andato oltre per minacciare l’Iran dopo che la scorsa settimana un drone ha colpito la petroliera israeliana Mercer Street nel Golfo dell’Oman (due membri dell’equipaggio uccisi, un cittadino rumeno e un cittadino britannico).
Teheran ha negato qualsiasi responsabilità. Gantz ha affermato che l’esercito israeliano è pronto a compiere azioni contro l’Iran, definendolo «un problema globale e regionale».
* Fonte: Chiara Cruciati, il manifesto
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