Pogrom. Giornata di orrore e di caccia all’arabo in Israele
GERUSALEMME. Orrore, dolore, domande senza risposta. I notiziari si dilungano, con le tradizionali e problematiche modalità. I numeri, intanto. Quanti razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele, quanti incendi sono divampati, una casa colpita, un autobus centrato, un bambino israeliano di cinque anni in fin di vita – in seguito, verso la mezzanotte, ne è stata annunciata la morte.
Nella mattinata, uno dei razzi ha ucciso un beduino palestinese israeliano e sua figlia di sedici anni – gli insegnanti ne ricordano la bravura. Un sedicente giornalista di estrema destra, lacché del premier Netanyahu, dichiara che queste due morti, causate da un razzo lanciato da Gaza, sono una sorta di giustizia poetica…I rigurgiti di razzismo abbondano.
GLI ATTIVISTI di estrema destra e il gruppo fascista «La familia» annunciano tramite i social network che si recheranno a Bat Yam e da là a Jaffa «per difendere il sacrosanto diritto degli ebrei di abitarvi».
Dopo le 20, uno dei corrispondenti di Canale 13 si imbatte per strada negli estremisti. Chiama la polizia, sorpreso di non vederla, dal momento che gli sembra che i militanti siano assai male intenzionati. Notizie analoghe vengono trasmesse da Canale 12. Poco dopo, scene terribili. Diversi negozi appartenenti a palestinesi israeliani a Bat Yam vengono saccheggiati e distrutti.
Un palestinese in auto ha la sventura di essere notato dai manifestanti di estrema destra. Canale 11 e poi gli altri trasmettono in diretta le violenze. Ecco: i fascisti bloccano l’uomo, lo gettano a terra, lo calpestano, lo prendono a calci. Forse a un certo punto alcuni dicono «basta». Gravemente ferito, ora è in ospedale.
A QUEL PUNTO i picchiatori cercano di punire i giornalisti di Canale 11. Arriva il sindaco a proteggere questi ultimi. Le violenze proseguono. E la polizia? È molto occupata altrove. Soprattutto a Lod. Come se non bastasse, ecco altri pogrom. Per esempio ad Akko. La vittima è un ebreo, ora grave. Altri incidenti, squadre che ripetono «morte agli arabi» in giro per il paese. A quel punto, dal canto loro, non pochi arabi rispondono con «morte agli ebrei».
TANTE VOLTE IN FAMIGLIA abbiamo sorriso guardando una vecchissima foto di mio padre – morto nel 2000 – che mostrava ai nipoti, i figli dei suoi figli, una cicatrice nella gamba. La cicatrice di un pogrom… I nipoti ascoltavano attenti la storia di un bambino di otto o nove anni nella Russia caotica del periodo rivoluzionario. Un pogrom era scoppiato nel villaggio. Il bambino era scappato, per cercare rifugio nella casa di familiari. Ma si era scontrato con la porta. Oltre ai denti persi, si era ferito alla gamba.
Quanti pogrom hanno dovuto patire gli ebrei e non solo nell’allucinante secolo XX, per non dire prima? Quanti linciaggi e pogrom sono stati perpetrati? Quanti neri sono stati liquidati negli Stati uniti?
QUI, IN ISRAELE, mentre scriviamo, non sappiamo se i pogrom siano ripresi o se quegli idioti, criminali e razzisti che governano il paese abbiano frenato almeno un po’ l’indegna sfilata razzista che stanno guidando e che ci conduce tutti al disastro. Continueremo a contare i razzi e intanto il «diritto alla difesa» sarà declinato sotto forma di attacchi furiosi, criminali contro Gaza.
* Fonte: Zvi Schuldiner, il manifesto
Foto di badwanart0 da Pixabay
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