Legge per l’emergenza alimentare approvata in Argentina
A ridosso delle presidenziali, a Macri non è sembrato il caso di continuare a ignorare l’insistente richiesta della popolazione sull’immediata approvazione della Legge di emergenza alimentare. Se, fino a poco tempo fa, la linea di Cambiemos era quella di ritenere «un’esagerazione» affermare che in Argentina la popolazione soffrisse la fame, il timore di un tracollo elettorale ha indotto il governo a non tirare oltre la corda.
MERCOLEDÌ IL SENATO argentino ha approvato, all’unanimità e senza modifiche, il provvedimento, già votato il 12 settembre dalla Camera dei deputati, che dichiara l’emergenza alimentare fino alla fine del 2022.
La legge prevede un aumento del 50% delle risorse destinate a rispondere a una crisi che, secondo l’Osservatorio delle Politiche pubbliche dell’Università di Avellaneda, riguarda oltre 5 milioni di persone (su un totale di circa 40 milioni di abitanti). I fondi liberati (10mila milioni di pesos fino alla fine dell’anno) saranno messi a disposizione di ogni tipo di cucine comunitarie e mense popolari, a cominciare dalle scuole, in alcune delle quali, secondo la denuncia di Dina Sánchez del Frente Popular Darío Santillán, non è più garantito «neppure un bicchiere di latte». A sollecitare l’approvazione della legge era stata anche la Chiesa argentina che aveva posto l’accento, «di fronte al severo aumento di indigenza, povertà e disoccupazione e all’aumento indiscriminato dei prezzi degli alimenti del paniere di base», su «una situazione di emergenza alimentare e nutritiva che colpisce essenzialmente i più vulnerabili, e in particolare i più piccoli».
I MOVIMENTI SOCIALI hanno celebrato quella che a ragione considerano una loro vittoria, ma invitando a non abbassare la guardia rispetto a una rapida ed efficace applicazione della legge e anzi sollecitando la creazione di un comitato di crisi in cui le organizzazioni popolari possano controllare l’esecuzione del provvedimento.
Il via libera di Macri alla legge di emergenza alimentare giunge in ogni caso troppo tardi: il governo di Cambiemos poteva disporre, fin dal 2016, di fondi extra, garantiti dalla Legge di emergenza sociale, da impiegare per migliorare l’accesso agli alimenti da parte della popolazione, ma ha deciso, incredibilmente, di lasciarli inutilizzati.
PEGGIO ANCORA, nel 2017, il Ministero dello sviluppo sociale aveva usato solo il 75% dei fondi destinati alle politiche alimentari e la musica non è cambiata neppure quest’anno, malgrado l’acuirsi della crisi: ad agosto, il governo aveva speso solo il 58% del bilancio riservato a tale voce.
Dopotutto, a giudizio della ministra della Sicurezza Patricia Bullrich, il problema alimentare avrebbe dovuto risolversi con «l’enorme rete di contenimento sociale esistente nel paese». «Forse il presidente Macri – ha denunciato ancora Dina Sánchez durante la mobilitazione di mercoledì davanti al Congresso – pensa di governare gli Stati Uniti o la Germania. Bisogna avvisarlo che il suo mandato è in Argentina».
Non sarà dunque l’esito della votazione al Senato a salvare il presidente da una sconfitta che appare a tutti ormai certa: secondo i sondaggi, sono oltre 15 i punti che lo separano dal peronista Alberto Fernández e dalla sua carismatica vice, l’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner.
* Fonte: Claudia Fanti, il manifesto
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