In piazza i lavoratori pubblici: contratti e più servizi

In piazza i lavoratori pubblici: contratti e più servizi

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Nella lunga primavera di mobilitazione del mondo del lavoro oggi tocca ai lavoratori pubblici. Che scendono in piazza a Roma una settimana dopo i pensionati preceduti dai presidi organizzati dai dipendenti delle imprese di pulizia. Un mese fa si erano mosse le categorie dell’agroalimentare. Ancora prima si erano fatti sentire gli edili.

SOTTO LO SLOGAN «IL FUTURO è servizi pubblici» i sindacati confederali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa chiedono il rinnovo di tutti i contratti, sia pubblici che privati, un piano straordinario di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, maggiori risorse per i servizi pubblici.
Manifestazione con corteo lungo le vie della capitale: concentramento alle ore 9 in piazza della Repubblica poi percorso ormai classico per arrivare a Trinità dei Monti e scendere a piazza del Popolo dove dalle ore 11 si terranno i comizi finali. Tempi stretti anche perché al pomeriggio c’è chi rimarrà in piazza per partecipare al Roma Gay Pride.
A intervenire dal palco, oltre una rappresentanza di lavoratrici e lavoratori dei servizi pubblici, i segretari generali delle quattro categorie: Serena Sorrentino (Fp Cgil), Maurizio Petriccioli (Cisl Fp), Michelangelo Librandi (Uil Fpl) e Nicola Turco (Uil Pa). Alla manifestazione parteciperanno anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

«IN PIAZZA PER CAMBIARE, perché c’è bisogno di migliori servizi pubblici per tutti. Questo l’obiettivo della manifestazione unitaria di domani 8 giugno a Roma». Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un video messaggio a sostegno della manifestazione. «Perché – aggiunge Landini – per avere il diritto alla salute e all’istruzione, per avere più sicurezza sui luoghi di lavoro e un sistema pubblico che funzioni meglio, c’è bisogno che chi ci lavora abbia dei diritti: non sia precario, abbia uno stipendio adeguato e contratti adeguati». Così come, prosegue Landini, «c’è bisogno anche che ci lavorino più persone, che si facciano assunzioni, che si investa, con meno privatizzazioni e più servizio pubblico, e che si rinnovino tutti i contratti». Per queste ragioni, «la battaglia che facciamo è per tutto il paese, perché uniamo la lotta per i diritti nel lavoro alla qualità dei servizi che debbono essere garantiti a tutte le persone. Venite in piazza del Popolo a Roma perché abbiamo bisogno di cambiare tante cose», conclude Landini.

D’ALTRONDE UN CONFRONTO tra i sindacati e il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, non si è mai aperto. Tanto che a fine aprile i sindacati di categoria hanno scritto al premier Giuseppe Conte. Il ministero ha rivendicato la sua disponibilità e lo sforzo fatto in manovra per alimentare i fondi destinati ai rinnovi e all’occupazione.
A Cgil, Cisl e Uil non basta, visto che calcolano in 22 euro lordi la ricaduta in busta paga. Soprattutto temono che senza un ricambio generazionale i servizi pubblici, quelli sanitari inclusi, possano andare in tilt.
«Meno privatizzazioni e più servizio pubblico» è la ricetta di Landini. Di certo per Furlan «la politica dei tagli continui agli organici è una cosa intollerabile». Barbagallo aspira a una riforma «condivisa», anche perché, dice, «non è possibile che, prima, un governo tessa la tela e, poi, il successivo la scucia». Quella dei dipendenti pubblici è una protesta che non può non appellarsi direttamente al governo, in questo caso anche datore di lavoro.

LA PROSSIMA MOBILITAZIONE unitaria sarà sabato 22 giugno a Reggio Calabria per rilanciare le politiche per il mezzogiorno. Dal Sud partirà probabilmente l’ultimatum al governo. Si guarda già all’autunno e alla prossima manovra di bilancio. Se non ci sarà dialogo e se il sindacato non sarà ascoltato Cgil, Cisl e Uil parlano già apertamente di «sciopero generale». L’ultimo unitario risale alle criticatissime 3 ore contro la riforma Fornero e il decreto Salva Italia del 12 dicembre 2011, mentre quello precedente addirittura al 2004, sotto il governo Berlusconi. Stavolta toccherebbe al «governo del (falso o peggior) cambiamento» riuscire nell’impresa.

* Fonte: Massimo Franchi, IL MANIFESTO

Foto: CGIL

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E venerdì tocca ai metalmeccanici con tre manifestazioni

Saranno Milano, Firenze e Napoli ad ospitare gli operai dalle regioni vicine

Uno sciopero dei metalmeccanici
Uno sciopero dei metalmeccanici

La decisione di indire uno sciopero unitario di 8 ore – l’ultimo unitario fu il 9 e 10 giugno 2016 durante la vertenza che portò al contratto unitario nel novembre successivo – è determinata dalla sempre maggiore incertezza sul futuro vista la contrazione della produzione industriale, la perdita di valore del lavoro, l’aumento degli infortuni e dei morti sul lavoro. Lavoro e investimenti devono essere rimessi al centro dell’agenda politica.
Le trasformazioni che stanno investendo il mondo delle imprese metalmeccaniche, e più in generale il sistema della manifattura, impongono scelte che devono essere in grado di rispondere alla necessità di crescita dei settori strategici attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati e il sostegno all’occupazione.
È necessario che governo e il sistema delle imprese riconoscano il ruolo dei lavoratori. Il governo deve adottare politiche mirate a contrastare delocalizzazioni e le chiusure di stabilimenti, a partire dal Mezzogiorno, ancora una volta, duramente colpito dalla crisi e a sostenere i buoni motivi per attrarre investimenti industriali. Vanno rafforzati i vincoli della responsabilità sociale delle imprese verso i lavoratori e il territorio. Occorre investire per creare occupazione per i giovani disoccupati, attraverso il consolidamento di alcuni settori in cui il nostro paese ha una leadership e incentivi per l’eco-sostenibilità del nostro sistema industriale.
È un appuntamento importante per rilanciare la contrattazione collettiva anche in vista del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici in scadenza a fine anno. Il nuovo Ccnl dovrà valorizzare il contratto in essere, centrando gli obiettivi come l’aumento dei salari, la riduzione dell’orario, l’organizzazione del lavoro anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, la formazione, la tutela della salute e della sicurezza.
Le tre manifestazioni partiranno alle 9 nelle città di Milano, Firenze e Napoli. Allo sciopero parteciperanno Maurizio Landini, segretario generale Cgil, Annamaria Furlan segretario generale Cisl e Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil.
A Milano il corteo partirà da Porta Venezia per arrivare a piazza Duomo, dove è previsto l’intervento di Marco Bentivogli, segretario generale Fim. Cisco dei Modena City Ramblers suonerà alcune canzoni con la sua band alternandosi sul palco durante il comizio.
A Firenze la manifestazione partirà da piazza Cavalleggeri per arrivare a piazza della Santissima Annunziata, dove è previsto l’intervento di Rocco Palombella, segretario generale Uilm. Antonio Sorgentone si esibirà sul palco nel corso della mattinata.
A Napoli il corteo partirà da piazza Mancini e arriverà a piazza Matteotti, dove interverrà Francesca Re David, segretaria generale Fiom. L’attrice Rosalia Porcaro andrà in scena sul palco prima degli interventi e del comizio finale.



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