Solo 120mila avranno la Pensione di cittadinanza

Solo 120mila avranno la Pensione di cittadinanza

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Nel giorno in cui la direttrice generale Inps Gabriella Di Michele invia una chilometrica circolare a tutte le strutture per la «Disciplina del Reddito di cittadinanza», arriva la prima stima su quante persone riceveranno la Pensione di cittadinanza. Lo strumento parallelo al reddito che secondo Di Maio, M5s e Lega doveva «alzare tutte le pensioni minime a 780 euro».

Se la circolare Inps piena di formule astruse con parentesi quadre e tonde per calcolare i massimali reddituali previsti a seconda della composizione dei nuclei familiari già rende l’idea di quanto siano complicati i requisiti, lo Spi Cgil analizzando i dati Istat stima che a ricevere l’agognata Pensione di cittadinanza saranno solamente in 120mila, gli stessi che oggi hanno l’assegno sociale. E per molti di loro sarà solo un’integrazione e non tutti i 780 euro.
«Siamo di fronte a una promessa elettorale – ha detto il Segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti – e dopo le elezioni europee arriverà la disillusione (la restituzione di 200 milioni di euro da parte di 5 milioni di pensionati, ndr). All’inizio del 2018 le persone che avevano un assegno sociale (fino a 458 euro al mese per 13 mensilità) erano 861mila con un importo medio di 433 euro. In sostanza la pensione di cittadinanza risulterà nella maggior parte dei casi un’integrazione dell’assegno o della pensione sociale».
L’Inps aveva ipotizzato che ad accedere alla Pensione di cittadinanza sarebbero state 250 mila famiglie, il ministro Luigi Di Maio ne aveva annunciate 500 mila. Ma la realtà è assai diversa per un dato inconfutabile: nel caso che i pensionati (singoli o in coppia) abbiano la proprietà dell’abitazione, la loro soglia di reddituale annua dovrebbe essere inferiore a 7.560 euro. Ma, dati Istat alla mano, in Italia solo il 12 per cento dei pensionati non hanno la casa di proprietà.
Oggi intanto arriverà il via libera definitivo dalla camera al decretone, dopo la fiducia votata ieri sera. Da domani la terza lettura in senato con approvazione veloce prima della scadenza del 29 marzo.

* Fonte: Massimo Franchi, IL MANIFESTO



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