Sardegna. La protesta dei pastori per il prezzo del latte diventa rivolta di popolo

Sardegna. La protesta dei pastori per il prezzo del latte diventa rivolta di popolo

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Schierati studenti e commercianti, nel giorno dell’incontro con il premier Conte. Salvini: «Pronto a partire per garantire l’ordine e per fissare un prezzo minimo»

CAGLIARI. Nella giornata dell’incontro con il premier Giuseppe Conte, la protesta dei pastori sardi ha assunto le dimensioni di una rivolta popolare. Un movimento che va oltre il mondo delle campagne e trova alleati nelle città tra studenti e commercianti. Ieri mattina nel centro di Oristano un gruppo di giovani dell’Istituto agrario si è unito ai pastori compiendo il gesto simbolo della protesta, il versamento dei bidoni del latte per terra.
Negozi chiusi, invece, stamattina a Nuoro come gesto di sostegno dei negozianti verso i pastori. «Io sto con i pastori» è lo slogan dell’iniziativa, lanciata da Fabio Rosas, titolare di una gioielleria nel capoluogo barbaricino. Dopo la chiusura delle attività, intorno alle 10, i commercianti saranno protagonisti di una manifestazione di solidarietà. «Non può essere calpestata la dignità di una persona nel suo lavoro – dice Rosas – Questo mi ha spinto a chiedere a tutta la nostra città la chiusura di mezza giornata delle nostre attività commerciali.

Non possiamo ignorare le difficoltà che stanno vivendo i nostri allevatori». A Nughedu, invece, domani gli uffici comunali resteranno chiusi come gesto di solidarietà verso i pastori. E la Conad, la grande catena bolognese di distribuzione alimentare, per sostenere le ragioni dei pastori ha acquistato un’intera pagina pubblicata oggi dai quotidiani sardi. Massimo Zedda, infine, candidato per il centrosinistra alle regionali del prossimo 24 febbraio, ha chiesto un’immediata riapertura del tavolo di trattativa per raggiungere un accordo che riguardi tutta la filiera del latte e preveda l’adeguamento del prezzo richiesto dai pastori.

Intanto la rivolta non si ferma. Ieri mattina centinaia di allevatori sono scesi in strada e davanti ai caseifici per protestare contro il prezzo del latte venduto agli industriali ad appena sessanta centesimi, che non copre neppure le spese vive di produzione. Nel nord Sardegna in decine si sono radunati alla rotatoria della «Strada dei due mari», all’incrocio fra la strada provinciale 42 (che unisce Porto Torres e Alghero) e la strada statale 291 (che collega Sassari e Alghero), a una manciata di chilometri dall’aeroporto di Fertilia. Hanno bloccato uno dei punti nevralgici nella circolazione del nord ovest Sardegna, che è andata in tilt per buona parte della mattinata, con lunghe code e rallentamenti. Manifestazioni di protesta con blocchi e sversamenti di latte di latte si sono succedute per l’intera la giornata in tutta la Sardegna. Nell’hinterland di Cagliari, a Capoterra, una quarantina di allevatori hanno presidiato la statale 195, hanno fermato le autobotti dei caseari e hanno rovesciato sulla strada il latte. A Tratalias, lungo la provinciale 77, in azione una ventina di pastori.

A Villacidro circa 200 allevatori si sono radunati in piazza Lavatoio sversando sull’asfalto centinaia di litri di latte. Manifestazioni analoghe a Ballao e a Suelli, dove è stato rallentato il traffico. Blocchi stradali anche sulla statale 131 a Nuoro, al chilometro 42, a Bonorva, sulla statale 129 a Bolotana e sulla provinciale 729. In provincia di Oristano ci sono state proteste davanti all’azienda casearia Cao Formaggi, a Fenosu, con un presidio dei manifestanti, e un blocco stradale sulla provinciale per Siamanna, all’altezza di una rotatoria, con decine di litri di latte versati sulla carreggiata. A Burcei, una trentina di uomini incappucciati, dopo aver accerchiato un’autobotte, hanno aperto le valvole e sversato circa tremila litri di latte sulla strada. A Dorgali invece la cooperativa di pastori locale ha regalato ricotte alle famiglie del paese.

Un’altra giornata di rabbia e di lotta, dunque. Chiusa dall’incontro del premier Conte e del ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio con una delegazione del Movimento pastori. «Il 21 febbraio – ha detto Conte al termine del confronto – ci sarà un tavolo di filiera al quale prenderanno parte per la prima volta anche gli allevatori della Sardegna. Nel frattempo studieremo misure per venire incontro alle loro richieste». «Tutti molti disponibili, ci hanno ascoltato per un’ora, ma siamo lontani dal trovare una soluzione», ha commentato Felice Floris, leader del movimento dei pastori. «Il governo ha dato un segnale di attenzione – ha aggiunto Floris – però ci servono risposte in tempi brevi. Per questo i presidi si intensificheranno nei prossimi giorni: noi non molliamo». «Tra le proposte arrivate durante l’incontro per abbattere l’eccedenza di offerta di pecorino romano che è all’origine del crollo dei prezzi c’è quella di spostare dal mercato venti milioni di pecorino da destinare ai bisognosi in Italia, ma anche all’estero, per esempio in Africa», ha spiegato Floris.
E con tutti i media nazionali che hanno acceso i riflettori sui pastori sardi, non poteva poi mancare il verbo di Matteo Salvini: «Personalmente sono assolutamente pronto a prendere il primo aereo per la Sardegna da ministro dell’Interno per garantire l’ordine pubblico e il fatto che non ci siano eccessivi disagi per i sardi. Lo farei da cittadino italiano perché ritengo debba esserci un prezzo minimo del latte ovino fissato per legge, come accade in altre filiere, per evitare che ci sia qualcuno che specula».

* Fonte: Costantino Cossu, IL MANIFESTO

 

Foto: Pixabay CC0 Creative Commons



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