* Fonte: Giuliano Foschini e Fabio Tonacci, LA REPUBBLICA
I 360 troll contro Mattarella nel mirino dell’intelligence
Un anno fa i direttori di Aisi e Aise si erano seduti davanti al Copasir per spiegare che non c’era alcuna evidenza che hacker stranieri avessero influenzato le tornata elettorale referendaria. E niente che facesse pensare a movimenti che si stessero organizzando in vista delle politiche. Oggi il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza ( Dis), Alessandro Pansa, si siederà al Copasir – in un’audizione già prevista – per rispondere alla stessa domanda. Dando, probabilmente, una risposta non troppo diversa. Dai dati fin qui in possesso della nostra intelligence, sembra che la twitter storm #mattarelladimettiti sia stata alimentata – nella notte del 27 maggio quando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, disse no a Paolo Savona come ministro dell’Economia allontanando la prima nascita del governo Conte – da almeno 360 profili fake. Profili creati in Italia, seppur facendoli rimbalzare su piattaforme estoni. Chi aveva interesse e il know how per farlo? Una traccia esiste. E la Polizia postale, che depositerà una informativa alla Procura di Roma nei prossimi giorni come chiesto loro dal procuratore Giuseppe Pignatone, la sta battendo. Certo a muovere le fila è stato chi aveva interesse a creare instabilità attorno al presidente Mattarella nella notte in cui l’attuale vice premier Luigi Di Maio e alti esponenti del Movimento 5 Stelle intervennero in televisione ( durante Che tempo che Fa) e sul palco di Fiumicino, in un comizio per le amministrative, gridando all’impeachment. Ma non è detto che i responsabili siano direttamente legati alla politica. «Qualcosa di simile accadde anche a me e Unicef sul tema dello ius soli » ha scritto ieri su twitter il portavoce di Unicef Andrea Iacomini.
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