Atene senza fondi, ospedali militari aperti ai civili

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Nel corso di una conferenza stampa, Evangelos Venizelos ha precisato che i nosocomi, che opereranno 24 ore su 24 come quelli civili, saranno gratuiti e potranno ospitare pazienti provenienti da tutta la Grecia.
Gli ospedali greci si trovano a un passo dal caos completo per mancanza di fondi, in realtà  a causa di ricatti delle industrie farmaceutiche e dei fornitori di materiale sanitario. Gente senza scrupoli che, malgrado la crisi finanziaria, non vuole vedere diminuire i propri profitti e usa i pazienti come ostaggi in questa guerra ormai aperta con il governo ellenico.
Lunedì scorso, giorno in cui è scattata la nuova missione dell’Ue e del Fmi ad Atene per controllare l’attuazione del piano di austerità  varato da Papandreou, il sistema di salute pubblica ha rischiato il default. «Mancano le siringhe per i prelievi di sangue» ha denunciato il presidente dei medici ospedalieri, avvertendo che «se le cose continuano così, ci saranno vittime».
A Salonicco pochi giorni fa una 30enne, ferita in un incidente stradale, è rimasta paralizzata perché non poteva essere operata per mancanza di medicinali e di materiale ortopedico. Nella capitale quattro delle più grandi unità  ospedaliere hanno deciso di diminuire il numero degli interventi chirurgici per mancanza di garze. Stessa situazione anche all’ospedale di Chania a Creta, che ha un debito pari a 90 milioni di euro, dai quali 52 con le industrie farmaceutiche. Mentre a Giannina, all’ospedale centrale Hatzikosta gli apparecchi radiologici vecchi di 35 anni producono costantemente fughe di radiazioni, rappresentando un pericolo per pazienti e personale sanitario.
Le carenze degli ospedali greci sono note da parecchi anni. La mancanza di controlli da parte dello stato ha lasciato spazio aperto a speculazioni di ogni tipo, sviluppando una rete mafiosa che coinvolge industriali del settore, fornitori, medici, personale sanitario e pazienti. È un segreto di Pulcinella che le industrie farmaceutiche sopravvalutano i farmaci venduti. È prassi comune l’abuso dei farmaci tramite ricette false, così come le tangenti offerte da certe case farmaceutiche ai medici.
Una situazione da terzo mondo che ha fatto risalire a 5,5 miliardi di euro il debito dello stato in questo settore. L’Ika, il più grande ente di assistenza sanitaria nel paese, nel giro di quattro anni, dal 2005 al 2009, ha fatto aumentare il suo debito di 81%. Gli unici a guadagnare in questi anni sono stati gli industriali farmaceutici e i fornitori che hanno ottenuto profitti enormi a scapito delle casse di previdenza che rischiano pure loro il default.
Di fronte a tale situazione, il ministero della sanità  ha deciso di agire prima che il sistema sanitario si trovi a dover affrontare il peggio. Ma la sua proposta per un regolamento dei conti, – il pagamento del 30% del debito in valuta, pari a 230 milioni di euro, e il resto in buoni dello stato a tre anni -, è stata respinta dalle aziende creditrici. In più, dal 1° giugno i fornitori hanno deciso di interrompere la linea di credito degli ospedali pubblici, facendo scoppiare il problema di materiali sanitari.


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