Germania, scoperto e sventato l’ennesimo golpe neonazista di Separatisti Sassoni

Germania, scoperto e sventato l’ennesimo golpe neonazista di Separatisti Sassoni

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Neonazismo. Tra gli arrestati del gruppo dei separatisti sassoni anche un politico dell’Afd. Addestrati all’uso delle armi, pianificavano raid contro stranieri e contro lo Stato

 

BERLINO. Erano pronti alla «pulizia etnica» degli stranieri mentre progettavano di far «collassare la società» con l’obiettivo di preparare il terreno a un nuovo governo in Sassonia ispirato al Terzo Reich autonomo dalla Bundesrepublik.

Sono otto giovanissimi: il più anziano – che è anche il capo e fondatore del gruppo – ha solo 25 anni; eppure risultano tutti già come esperti paramilitari perfettamente addestrati all’uso delle armi.

Di sicuro non sono “cani sciolti” isolati dal resto del galassia nazifascista: nella rete dell’antiterrorismo è finito anche un politico di Afd, l’ennesimo beccato con le mani in pasta in uno dei tanti complotti contro la democrazia organizzati dalle frange più estreme dell’eversione nera tedesca.

Una banda di razzisti, antisemiti e nemici dei musulmani; sono stati arrestati ieri prima che avviassero la loro «campagna di raid violenti» per spargere il terrore nelle città della Germania dell’Est.

Un vero e proprio piano di golpe allo stato avanzato, destinato a scattare entro i prossimi mesi con le «azioni destabilizzanti delle istituzioni, di vario genere e su più fronti» sventate dall’indagine della Procura federale che ha spiccato i mandati di cattura per gli otto aderenti ai Separatisti Sassoni fermati dalla squadra di 450 agenti dell’Ufficio per la protezione della Costituzione e del Agencja Bezpieczeństwa Wewnetrznego (i servizi di controspionaggio rispettivamente di Germania e Polonia) fra Dresda, Lipsia, il distretto di Meissen e la città di Zgorzelec.

Qui, nella regione frontaliera della Slesia polacca, si era rifugiato Jörg S., leader dell’organizzazione personalmente fondata a novembre 2020 e così descritta dai magistrati.

«I Separatisti Sassoni sono un gruppo militante di ultra-destra composto da circa 20 persone con ideologia razzista e in parte apocalittica. Rifiutano l’ordine democratico della Repubblica federale e ipotizzano l’imminente crollo dell’unificazione tedesca, e quindi fine dell’attuale forma di Stato. Il loro piano si basa sulla conquista con le armi di vaste aree della Sassonia, e probabilmente anche di altri Land della Germania dell’Est, per rifondare il Nazionalsocialismo. Prevede di cacciare i gruppi di persone indesiderabili con la pulizia etnica».

Ma non c’è solo il delirante patchwork dell’ideologia neonazi applicata al separatismo. «Fin dalla fondazione i Separatisti Sassoni si sono preparati materialmente allo scopo completando l’addestramento paramilitare con l’equipaggiamento da combattimento. In particolare all’uso delle armi da fuoco in un contesto di guerriglia urbana».

Proprio per questo a Berlino la ministra dell’Interno, Nancy Faeser (Spd), tira un sospiro di sollievo: i neonazi della Sassonia sono stati bloccati in tempo prima che potessero mettere in pratica la violenta campagna terroristica contro gli stranieri, ma più che celebrare «la grande operazione di intelligence dei nostri agenti» come fa il ministro della Giustizia, Marco Buschmann (Fdp) la ministra si preoccupa perché «l’uso delle armi e l’equipaggiamento prettamente militare dimostra quanto pericolosi siano diventati ormai gli estremisti di destra».

Il governo Scholz è sempre più consapevole dell’incredibile dimensione raggiunta dal bubbone nero controllabile ormai a fatica.

Di volta in volta emerge con diverse sigle (dai Cittadini del Reich ai nostalgici fedeli del principe Enrico XIII Reuss) ma con due costanti fisse: si tratta sempre di cellule legate a doppio filo con il neonazismo e in tutti i tentativi di sovversione scoperti dalla magistratura tra gli indagati salta sempre fuori a vario titolo almeno un esponente di Afd.

Dato oggettivo inconfutabile, al punto che l’inquietante link sta alla base delle mozioni parlamentari per la messa al bando del partito guidato da Alice Weidel, al di là dell’aspetto politico dell’eventuale decisione che potrebbe rivelarsi controproducente sotto il profilo pratico.

* Fonte/autore: Sebastiano Canetta, il manifesto

 

 

 

PH Herder3, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons



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