Grecia, i portuali bloccano armi dirette in Israele: «Non saremo complici»

Grecia, i portuali bloccano armi dirette in Israele: «Non saremo complici»

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L’azione del sindacato Enedep al porto del Pireo: i lavoratori impediscono il carico di armi su una nave diretta ad Haifa. «Nel porto dove ogni giorno combattiamo per salvaguardare la nostra salute non c’è posto per chi massacra i popoli: no al coinvolgimento della Grecia in ogni guerra»

 

Dopo ore di attesa la nave commerciale Marla Bull ha ripreso il largo, con destinazione finale la città di Haifa, senza le munizioni a bordo. «Qualsiasi tentativo del governo ellenico, della Cosco o di chiunque altro di renderci complici dello sterminio in Palestina si scontrerà con la nostra resistenza», ha rivendicato Markos Bekris, presidente dell’Enedep, il sindacato degli scaricatori del porto del Pireo, mentre intorno a lui i colleghi illuminavano i container con i fumogeni rossi e scandivano slogan in solidarietà con il popolo palestinese.

Fondato nel 2014, l’Enedep si è battuto da allora per salvaguardare le condizioni di lavoro dei portuali impiegati sui moli gestiti dalla compagnia statale cinese Cosco, che ha acquisto il 67 percento del Pireo, quando lo stato greco ha svenduto le proprie infrastrutture negli anni della crisi del debito. La mobilitazione contro il carico di proiettili era stata decisa nell’assemblea generale dell’Enedep e ha avuto il sostegno di altre sigle sindacali, come il Centro per il lavoro del Pireo e il sindacato dell’Industria della costruzione e riparazione navale della Grecia.

«Nel porto dove ogni giorno combattiamo per salvaguardare la nostra salute e la nostra sicurezza non c’è posto per chi massacra i popoli: diciamo no al coinvolgimento della Grecia in ogni guerra», ha ribadito il comunicato della mobilitazione.

Già lo scorso giugno l’Enedep aveva intrapreso un’iniziativa simile, quando sui moli era circolata la notizia che la nave Msc Altair, con a bordo delle munizioni dirette in Israele, stava per mollare gli ormeggi di fronte ad Atene.

La nave cargo aveva poi scelto di cambiare rotta verso il porto di Gioia Tauro e la mobilitazione non aveva più avuto luogo. Ma già allora i lavoratori greci avevano definito l’accaduto una piccola vittoria e avevano incoraggiato i colleghi italiani a unirsi alla mobilitazione. «La Palestina non è sola», hanno scandito in coro sul molo, quando si è diffusa la notizia che l’ultima nave è ripartita senza le munizioni.

* Fonte/autore: Elena Kaniadakis, il manifesto



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