Trump messo al tappeto dal fact-checking e da Harris

Trump messo al tappeto dal fact-checking e da Harris

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Trump non è abituato al fact-checking. Ecco come si spiega il fatto che lui possa fare affermazioni esagerate, spesso non veritiere, come ha fatto nel dibattito con Joe Biden

 

“Una partita di tre contro uno. Una situazione truccata, come avevo previsto. Credo che la Abc dovrebbe perdere la licenza”. Così Donald Trump dopo il recente dibattito con Kamala Harris a Philadelphia. Nonostante l’attacco alla rete televisiva che ha condotto lo scontro fra i due candidati l’ex presidente ha sostenuto di avere avuto la meglio. Trump si è presentato nella cosiddetta spin room, la sala dove rappresentanti delle due campagne si rendono disponibili ai media, per annunciare un’altra delle sue balle. Ha detto di avere vinto il dibattito secondo sondaggi senza però citarli. Secondo lui, ha vinto in alcuni sondaggi con il 90%, altri con il 60%, 72%, 71% e 98%. Incalzato dalle domande di quali sondaggi si tratta lui non risponde e scappa via.

Un sondaggio istantaneo della Cnn però, con ovvi limiti, ci informa che Harris ha invece vinto (63 a 37 percento), ribaltando le cifre del dibattito fra Trump e Joe Biden del 27 giugno scorso (67 %-33%). Tutti gli analisti hanno confermato il sondaggio della Cnn. La Harris è riuscita a fare qualcosa di unico—mettere Trump al tappeto con la sua performance la quale è stata aiutata però dal fact-checking dei due conduttori David Muir e Linsey Davis.

Rispondendo a una domanda sul tema dell’immigrazione Trump ha ripetuto le sue solite esagerazioni di tutti i problemi causati dai nuovi arrivati. Ha sottolineato ciò che lui vede come un’invasione dal confine col Messico. Nel dibattito ha aumentato la posta asserendo che nella città di Springfield, Ohio, i migranti haitiani rubano gli animali domestici degli americani per mangiarli. La fake news era apparsa in qualche post di Facebook e poi è stata ripresa da J. D. Vance, il vice di Trump. Muir, uno dei due moderatori della Abc, ha corretto Trump in diretta citando Karen Graves, un’ufficiale di Springfield che “non ci sono notizie credibili” per confermare l’asserzione. La Harris è rimasta silenziosa ad osservare mostrando però un sorrisetto, suggerendo che questo tipo di balle stia squalificando Trump da divenire presidente.

Un’altra asserzione completamente falsa è emersa nella discussione sull’aborto. Trump ha ripetuto che i democratici credono all’aborto e favoriscono anche l’uccisione dei bambini dopo la nascita. La conduttrice Linsey ha immediatamente corretto dicendo che in nessuno Stato è legale uccidere i bambini.

In un altro caso durante una domanda sulla sanità Trump ha detto che Obamacare, la riforma approvata durante l’amministrazione di Barack Obama, è terribile. Incalzato da quale sarebbe la sua proposta Trump è riuscito a dire che “ha dei concetti” sul suo piano. In effetti, ha interrotto il conduttore, lei “non ha un piano”.

Trump non è abituato al fact-checking. Ecco come si spiega il fatto che lui possa fare affermazioni esagerate, spesso non veritiere, come ha fatto nel dibattito con Joe Biden. In quel caso i due conduttori della Cnn Jake Tapper e Dana Bash si limitarono semplicemente a fare le domande senza replicare e senza tentare di correggere le affermazioni false di Trump. Spettava a Biden farlo, il quale però si rivelò debolissimo e incapace di contrastare le energiche e visibilmente convincenti menzogne del suo avversario.

Il fact-checking ha sbilanciato Trump ma anche la condotta della sua avversaria lo ha messo in difficoltà. La Harris ha iniziato abilmente il dibattito avvicinandosi a lui non appena apparsi sul palco, stringendogli la mano. L’iniziativa della Harris ha mandato un messaggio: io sono in comando qui. Ciò si è anche dimostrato nel corso del dibattito dove la candidata democratica è riuscita ad adescare il suo avversario, pungendolo e facendogli dimostrare la mancanza di autocontrollo. Allo stesso tempo lei si è presentata con risposte adeguate dando chiari segnali che lei sarebbe presidenziale mentre il suo avversario ha dimostrato i suoi 78 anni, confermati dalle sue risposte relativamente incoerenti.

Più di 67 milioni di americani hanno visto il dibattito, 16 milioni più di quello tra Biden e Trump nel mese di giugno. La Harris ha portato in porto il suo compito presentandosi come rappresentante del futuro, dipingendo il suo avversario come il passato. I dibattiti raramente hanno un forte impatto negli esiti delle elezioni ma offrono un confronto su quale dei due individui merita di guidare il Paese.

I sondaggi nei prossimi giorni ci diranno quale impatto avrà avuto il dibattito. L’ultimissimo della Reuters-Ipso ci informa che la Harris avrebbe aumentato il suo vantaggio di un punto (47-42%) comparato a quello precedente del 21 al 28 agosto. La campagna della Harris continua a credere che la vittoria a novembre non sarà facile e ha già in programma di continuare a dipingere Trump come inadeguato a un secondo mandato. Non potrà usare un altro confronto faccia a faccia, però, perché Trump ha già annunciato sulla sua piattaforma Truth Social che non ci saranno altri dibattiti.

 

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* Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della  National Association of Hispanic Publications



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