Terrorismo in Libano. L’impunità di Israele e la complicità dei media

by redazione Diritti Globali | 21 Settembre 2024 11:02

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Gli esperti ONU per i diritti umani hanno condannato le migliaia di esplosioni di cercapersone in Libano e Siria, definendole una violazione “terrificante” del diritto internazionale, ma i media hanno nascosto la notizia

 

Gli inusitati attentati a opera di Israele in Libano realizzati attraverso l’esplosione di migliaia di cercapersone e altre apparecchiature di uso civile hanno ucciso 32 persone e mutilate o ferite 3.250, di cui 200 in modo critico. Tra i morti ci sono un ragazzo e una ragazza, oltre a personale medico. Circa 500 persone hanno riportato gravi ferite agli occhi.

Media e commentatori italiani e internazionali hanno generalmente qualificato questi attentati come “attacchi” indirizzati a colpire attivisti di hezbollah, evitando di rilevarne gli effetti indiscriminati anche verso casuali astanti e civili  estranei e dunque il carattere terroristico e l’intento stragista.

Stante il taglio giustificazionista e persino ammirato per l’audacia e inventiva degli assassini, del resto, i media mainstream hanno accuratamente omesso di dare alcuna notizia e la minima informazione su un comunicato stampa degli esperti per i diritti umani delle Nazioni Unite con il quale viene denunciato che tali attentati costituiscono una violazione del diritto umanitario, il quale proibisce l’uso di trappole esplosive camuffate da oggetti portatili apparentemente innocui.

Gli esperti dell’ONU affermano che «è anche un crimine di guerra commettere violenza volta a diffondere terrore tra i civili, anche per intimidirli o dissuaderli dal supportare un avversario».

Esprimendo solidarietà per le vittime degli attentati, gli esperti ONU sostengono inoltre che si tratti di un crimine non solo in quanto hanno colpito e terrorizzato persone estranee ma poiché «quegli attacchi violano il diritto umano alla vita, in assenza di qualsiasi indicazione che le vittime rappresentassero una minaccia letale imminente per chiunque altro in quel momento». Concludendo infine con l’auspicio che «gli Stati devono assicurare alla giustizia coloro che hanno ordinato ed eseguito questi attacchi, anche esercitando la giurisdizione universale sui crimini di guerra».

Auspicio che è facile prevedere rimarrà deluso, data la smaccata e totale impunità di cui godono, non da oggi, il governo, i soldati, i servizi e i coloni israeliani.

Impunità promossa e garantita anche dalla complicità e concorso morale e fattuale del sistema di informazione e dai governi occidentali.

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