L’Altra Cernobbio pacifista e sociale per tagliare la spesa militare
Dopo i divieti oggi inizia il forum di Sbilanciamoci, a pochi chilometri a Villa d’Este ci sarà il Forum Ambrosetti. Le proposte: una «Contro finanziaria» e una mobilitazione contro l’aumento delle spese militari
Una «controfinanziaria» con una tassa sui grandi patrimoni e il taglio alle grandi opere insieme a una mobilitazione pacifista per tagliare la spesa militare in un paese definito come «complice delle guerre e del riarmo». Sono le proposte che saranno oggetto della discussione dell’«Altra Cernobbio» organizzata da oggi a domenica allo spazio Gloria Arci Xanadù e al Teatro Nuovo Rebbio di Como dalla rete Sbilanciamoci! composta da 52 associazioni, sindacati e movimenti. Dopodomani un incontro si terrà al centro civico Cernobbio 2000.
IL FORUM ANNUALE di Sbilanciamoci! si propone come l’alternativa al workshop dello Studio Ambrosetti giunto alla cinquantesima edizione. Alla grande kermesse che intende rappresentare il rientro dalle vacanze di un establishment finanziario-giornalistico-politico è stata annunciata la partecipazione della presidente del consiglio Giorgia Meloni, di Viktor Orban in quanto presidente di turno dell’Ue e del presidente ucraino Volodimir Zelenski. Trecento relatori si incontreranno nella decorativa Villa d’Este.
NON È STATO SEMPLICE organizzare, anche quest’anno, il «contro-vertice» giunto alla quarttordicesima edizione. Il comune di Cernobbio ha negato l’uso della sala principale e ha concesso solo quello di una minuscola. La questura di Como ha interceduto per avere una più grande che però non è stata concessa. In più è stato negato il permesso di organizzare una «biciclettata» da Como a Cernobbio di 45 minuti. «Una violazione degli articoli 3 e 21 della Costituzione. Hanno creato una zona rossa di 16 chilometri quadrati, lunga tre chilometri. Nemmeno a Genova nel 2011 fu così estesa – ha commentato Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci! – Ci sono due pesi e due misure: all’establishment dello Studio Ambrosetti è garantita l’agibilità democratica e logistica. Alle associazioni di volontariato è negato tutto. Un atteggiamento ingiusto e ingiustificabile».
I RIFLETTORI saranno puntati presumibilmente su Meloni, alla prima uscita pubblica dopo il caso Sangiuliano e impelagata nella preparazione di una legge di bilancio di cui poco di preciso si sa tranne che sarà ugualmente mediocre come quella dell’anno scorso. Nel frattempo Sbilanciamoci! si propone di fare un lavoro si analisi e di raccordo a sinistra. Al forum sarà presentata una «Gazzetta non ufficiale» in cui Sbilanciamoci definirà i cinque pilastri della «contro-finanziaria» che sarà presentata a novembre dopo che il governo avrà attraversato il tunnel concordato con Bruxelles. Nel testo si legge la proposta di una riforma fiscale che incida sui grandi patrimoni per ottenere 25 miliardi di euro; la riduzione delle spese militari con un risparmio da 5 miliardi euro; la riduzione degli oltre 22,4 miliardi per i «sussidi ambientalmente dannosi»; la riduzione dei fondi per le «grandi opere», a cominciare dal Ponte sullo stretto caro al ministro Salvini. Questo sarà uno dei controcanti possibili alla «manovra» vera e propria alla quale sta lavorando il governo che sarà invece opaca, tortuosa e blindata.
DOPO LE INUTILI divagazioni estive che hanno riempito le pagine dei giornali il vero calcio di inizio all’intera vicenda sarà dato entro il 20 settembre quando il governo dovrà presentare il «piano strutturale di bilancio». Si tratta di un documento che congelerà economia e società nei prossimi sette anni in un’austerità non dichiarata come tale ma i cui effetti si faranno sentire. Entro questa cornice Meloni & Co. dovranno spiegare il modo in cui ridurranno il disavanzo di 0,5 punti all’anno del deficit per cui è stata aperta una procedura d’infrazione dalla Commissione Europea. Una volta scesi sotto la soglia del 3% nel rapporto tra deficit e Pil ogni anno il debito pubblico andrà ridotto di un punto percentuale portando contestualmente il deficit sotto l’1,5%. da inviare entro il 20 settembre a Bruxelles.
DURANTE GLI INCONTRI con 30 relatori e le 15 ore di seminari dell’Altra Cernobbio sarà avanzata anche una proposta di mobilitazione contro l’aumento delle spese militari e per il trasferimento delle risorse agli investimenti sociali e ambientali. Nelle bozze preparatorie si parla di organizzare il «No» al raggiungimento del 2% del Pil e del 20% in armamenti come chiesto dalla Nato e di tassare gli extra-profitti dell’industria militare
* Fonte/autore: Roberto Ciccarelli, il manifesto
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