by Andrea Cegna * | 18 Settembre 2024 9:44
Aveva 46 anni Celebre per la sua battaglia a difesa del fiume Guapinol. Il paese centroamericano si conferma come uno dei più pericolosi al mondo per chi difende natura e diritti umani
Mentre a Tegucigalpa migliaia di persone manifestavano il loro appoggio alla presidente dell’Honduras, Xiomara Castro, sotto attacco dopo aver cancellato il trattato di estradizione con gli Stati Uniti, a Tocoa, nella regione caraibica di Colon, veniva nuovamente assassinato un noto attivista ambientalista e per i diritti umani.
Sabato 14 settembre Juan López dopo essere uscito da una chiesa e mentre con la sua macchina si sta dirigendo verso casa viene sorpreso da un gruppo di persone armate. Diversi colpi di pistola colpiscono e uccidono il 46enne attivista, che era anche consigliere comunale e membro della commissione municipale per i beni pubblici e comuni di Tocoa. Negli ultimi anni aveva ricevuto molte minacce di morte per la sua attività militante in difesa del fiume Guapinol e contro le politiche estrattiviste, così tante che dal 2023 la Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH) gli aveva concesso protezione.
Una vicenda che riporta l’Honduras indietro ai primi giorni del marzo 2016, quando l’attivista ambientalista, femminista e indigena Berta Cáceres veniva uccisa in casa sua.
“Era un intellettuale popolare, un compagno impegnato nel cambiamento sociale e nella difesa dei beni comuni”, ha dichiarato il suo compagno di lotta per la salvaguardia del fiume Guapinol, nonché avvocato, Joaquín Mejía. “L’Honduras, tristemente noto come uno dei Paesi più pericolosi al mondo per chi difende la natura e i diritti umani, ha perso un altro dei suoi coraggiosi leader”, denuncia il comunicato di Asonog, una rete di ong locali di cui fa parte anche Mani Tese Honduras. “L’omicidio di Juan López è un tragico promemoria della violenza sistematica che colpisce coloro che si esprimono a favore dei beni comuni nelle zone di conflitto, dove l’impunità e la mancanza di azione da parte dello Stato continuano a essere allarmanti”, aggiunge il comunicato.
A prendere parola sull’accaduto, dove aver espresso solidarietà ai famigliari, è stata anche Xiomara Castro, compagna di partito di Juan López, che in diretta radio e tv ha chiesto “la massima capacità e attenzione da parte delle nostre autorità affinché il terribile crimine del leader e ambientalista venga chiarito immediatamente”.
L’omicidio di Juan López è la tragica conferma di quanto riportato nell’ultimo rapporto di Global Witness, secondo cui l’Honduras è uno dei paesi più pericolosi al mondo per chi difende ambiente e diritti umani.
* Fonte/autore: Andrea Cegna, il manifesto[1]
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