by Giuliano Santoro * | 25 Settembre 2024 10:27
Oggi la manifestazione a Roma. Eventi territoriali davanti alle prefetture in tutt’Italia. Aderiscono anche il Forum Disuguaglianze e diversità e Legambiente
Il Ddl 1660 sulla sicurezza approvato la scorsa settimana in prima lettura dall’aula della camera è stato assegnato ieri alle commissioni affari costituzionali e giustizia di Palazzo Madama. Da qui comincerà il suo iter. Chi si oppone al provvedimento oggi si ritrova in piazza a Roma, vicino al senato, e in diverse manifestazioni di fronte alle prefetture in diverse città d’Italia. L’ideologia proprietaria delle destre è espressa senza remore dalla parlamentare europea della Lega Susanna Ceccardi, secondo la quale il Ddl si erge, appunto, a difesa della tutela assoluta della proprietà privata. Dunque, recita il sillogismo di Ceccardi, chiunque vi si opponga lo fa in quanto «comunista».
MA ATTORNO alla mobilitazione va radunandosi un popolo plurale e variegato. La piazza romana di oggi è stata convocata da Cgil e Uil (la Cisl manifesterà per i fatti suoi, il prossimo 2 ottobre). Vi prenderanno parte anche i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. «Riteniamo doveroso contrastare una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso, che introduce nuovi reati penali, e quindi il carcere, nei confronti di chi occupa strade, spazi pubblici e privati – dicono dalle confederazioni – Il Ddl limita l’iniziativa e le mobilitazioni sindacali per difendere i posti di lavoro e contrastare le crisi aziendali e occupazionali. Chiude in carcere le donne in gravidanza o con figli entro un anno di età, introduce il reato della resistenza passiva rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifica, magari dovuta alle condizioni disumane di molte carceri. E introduce nuovamente interventi ad impronta securitaria e di criminalizzazione quando si parla di migranti. Tutto questo mentre il governo decide di abolire i crimini contro la pubblica amministrazione, spesso reati spia di infiltrazioni mafiose».
DOPO PD, M5S, AVS, Rifondazione, +Europa, e quelle di Anpi, Arci ieri è arrivata anche l’adesione del Forum Disuguaglianze e diversità, che in tempi non sospetti aveva chiamato a raccolta le forze politiche d’opposizione e quelle sociali per lanciare l’allarme sul rischio di una svolta autoritaria nel paese. Il Ddl, sostengono dal Forum, ha «l’evidente esito di spaventare e scoraggiare ogni forma di dissenso e che si innesta a pieno in quell’intreccio pericoloso tra neoliberismo e deriva autoritaria che molti governi europei, e quello italiano in modo evidente, stanno percorrendo per governare gli esiti e le contraddizioni aperte da disuguaglianze sempre più insostenibili».
CI SARÀ ANCHE Legambiente. Il presidente Stefano Ciafani sottilinea come si voglia «criminalizzare e punire il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso, come per esempio chi scende in piazza contro la costruzione di opere considerate strategiche dal governo, anche se inutili e dannose, come il Ponte sullo Stretto o i nuovi gasdotti o rigassificatori che faranno diventare l’Italia l’hub europeo del gas fossile».
GENOVA HA DATO il via alle manifestazioni delocalizzate davanti alle prefetture. A Firenze ci saranno anche numerose associazioni, im via Cavour dalle 17.30. A Napoli il presidio si terrà a partire dalle 17.30 in largo Berlinguer. Presidi davanti ai palazzi delle prefetture anche ad Avellino (alle 16.30), Benevento (17) Caserta e Salerno a partire dalle 17.30. A Bologna appuntamento alle 16.30 in piazza Roosevelt, accanto a questura e prefettura contro «il chiaro intento di azzerare il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso, in esplicito contrasto con le libertà sancite dalla carta costituzionale e un Ddl pericoloso per la democrazia». Eventi analoghi si terranno a Reggio Emilia e a Modena.
STRISCIONI e manifesti in tutt’Italia, spesso promossi dalla rete Liberi di lottare, protestano contro il Ddl 1660 e rilanciano la manifestazione nazionale contro la guerra in Palestina del 5 ottobre a Roma. Corteo che rischia di essere vietato dalle disposizioni del Viminale. Per molti, anche quella sarà occasione di rivendicare la libertà di dissenso.
* Fonte/autore: Giuliano Santoro, il manifesto[1]
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