Lo scoop congiunto della tv pubblica “Zdf”, della radio statale danese “Dr” e del magazine “Der Spiegel” ricostruisce nei dettagli la rocambolesca fuga di Volodymir Zhuravolov, 44 anni, istruttore di sub a capo del commando che due anni fa fece brillare il gasdotto sotto al Baltico, ricercato dalla procura tedesca da inizio luglio.

Sulla sua testa pende il mandato di arresto europeo che obbliga tutti gli Stati Ue a collaborare attivamente alla cattura, dopo che il sub ha fatto perdere le proprie tracce rilevate a inizio gennaio 2024 quando è stato immortalato da un autovelox sull’autostrada Berlino-Copenhagen. Finché lo scorso 26 maggio Zhuravolov ha rimesso piede nel porto di Rostock di ritorno dalle vacanze in Danimarca.

Insieme alla moglie e ai tre figli ha attraversato il Baltico con il primo traghetto del mattino della “Scandlines” e poi ha raggiunto il quartiere di Westend a Berlino per far visita ai parenti. Fuggito per un pelo nella vicina Polonia dove è rimasto nascosto fino al 6 luglio quando ha varcato il confine polacco per tornare in Ucraina nascosto in una delle auto diplomatiche assegnate all’ambasciata ucraina.

Proprio a Varsavia i reporter della “Zdf” hanno bussato alla porta della moglie del ricercato che si è trincerata dietro la porta e non ha voluto risposto neppure quando è stata sollecitata ad aiutare a trovare la verità “importante per la Germania”. Per lei “è molto più importante per noi ucraini, e se volete parlare con mio marito, chiedete al governo di Kiev”.
Resta da capire chi ha organizzato la fuga in Ucraina? E chi avvertì il sub, pochi giorni prima del mandato di cattura, che era stato identificato a Rostock e aveva poche ore per rifugiarsi in Polonia? Sono i due quesiti inquietanti che da ieri circolano a Berlino, e le risposte potrebbero essere politicamente devastanti.

* Fonte/autore: Sebastiano Canetta, il manifesto