Escalation. Truppe dell’Ucraina entrano in territorio russo a Kursk
Stavolta non solo droni ma centinaia di fanti d’assalto. L’ira di Putin: «Provocazione»
Una figuraccia di quelle che fanno schiumare di rabbia Vladimir Putin e tremare i funzionari del Cremlino. È forse questo il principale risultato dell’attacco ucraino nella regione di Kursk che è costato la vita a 5 persone ha provocato il ferimento di una trentina di civili. Lo scenografico raid, lanciato la scorsa notte dalle truppe di Kiev in una delle regioni di confine russe, è stato foriero di grande imbarazzo per il Cremlino e per le autorità regionali. Almeno 400 soldati ucraini, mille secondo lo stato maggiore di Mosca, sono penetrati nel territorio russo dalla regione ucraina di Sumy e hanno seminato scompiglio senza ottenere risultati militari ma dimostrando ancora una volta che i confini della Federazione russa non sono adeguatamente protetti.
IL MINISTERO della difesa russo è stato costretto a inviare rinforzi per evitare che «il nemico penetrasse in profondità» e alla fine ha pubblicato un bilancio di 260 soldati ucraini uccisi e di 50 veicoli corazzati, tra i quali 7 carri armati, distrutti. Diverse ondate di droni provenienti dal territorio ucraino hanno accompagnato l’attacco che, secondo il governatore di Kursk, Alexei Smirnov, hanno causato anche la morte di due operatori di un’ambulanza. Smirnov ha anche lanciato un appello alla popolazione locale per donare sangue per i feriti. In un video, girato da un soldato ucraino dei reparti d’assalto, si vedono chiaramente gli aerei che volano a bassa quota a copertura dell’azione.
Secondo i portavoce militari russi, inoltre, «tre droni sono stati intercettati ed eliminati sulla provincia di Belgorod, quattro sulla provincia di Kursk, due nella regione di Voronezh e due nella regione di Rostov», ovvero da sud a nord in tutte le regioni a ridosso del territorio ucraino. Sembra che i militari che hanno partecipato all’assalto facciano parte della 22° brigata meccanizzata e che questi siano riusciti a prendere temporaneamente il controllo di tre piccoli centri (Nikolaevo-Darino, Darino e Sverdiklovo) a ridosso della frontiera.
DIVERSI CANALI Telegram che si occupano di fornire notizie militari sul conflitto in ucraina gridano già allo scandalo e gli utenti chiedono la testa dei comandanti che hanno permesso quello che è percepito come uno smacco a tutti gli effetti dai nazionalisti russi. Secondo alcuni di questi canali al momento in cui questo giornale è andato in stampa c’erano ancora diverse centinaia di militari ucraini sul territorio russo e, dall’altro lato del vecchio confine pre-bellico, almeno duemila uomini pronti all’azione.
Il ministero degli esteri russo l’ha definito un «vile attacco terroristico» e, attraverso la portavoce Maria Zakharova, ha accusato l’Ucraina di aver «preso di mira la popolazione civile». Zakharova non ha mancato di commentare la notizia della proroga della legge marziale da parte del presidente ucraino Zelensky per altri tre mesi e l’ha accusato di «mandare i suoi connazionali nel tritacarne di Kursk per prolungare tranquillamente la mobilitazione nel Paese per altri tre mesi e restare così in carica». Grazie al decreto firmato ieri da Zelensky, l’attuale presidente potrà restare in carica almeno fino al 12 novembre 2024.
PUTIN STESSO ha preso la parola più volte durante la giornata parlando prima di «provocazione su larga scala» da parte dell’Ucraina e poi cercando di far dimenticare la figuraccia delle guardie di frontiera parlando di disposizioni di sicurezza ed esprimendo cordoglio ai familiari delle vittime. Intanto migliaia di residenti della regione di Kursk e della vicina regione di Belgorod sono stati evacuati. L’Ucraina per ora non ha commentato ufficialmente l’accaduto ma sui canali Telegram filo-ucraini circolano diversi video di soldati di guerra russi catturati a Kursk e riportati in territorio ucraino alla fine dell’azione. Sembra che un intero reparto di guardie di frontiera russe si sia addirittura arreso a causa della schiacciante inferiorità numerica.
IL FATTO che quest’attacco sia avvenuto in una delle zone più volte designate dai servizi segreti militari ucraini (Gur) come il luogo di un possibile nuovo attacco russo fa pensare a una manovra esplorativa volta a sondare il terreno. Potrebbe anche trattarsi di un diversivo per costringere lo Stato maggiore russi a dislocare alcuni reparti dal Donbass e da Kharkiv in quest’area e alleggerire così il peso sui difensori in quelle aree. Senza contare la piccola iniezione di morale per i soldati ucraini provati da mesi di scontri durissimi.
Ora, tuttavia, le autorità ucraine si aspettano una dura reazione di Mosca. Le grandi città nelle retrovie sono in stato di massima allerta e il governatore della regione di Sumy (confinante con quella di Kursk) ha dato l’ordine di «evacuazione obbligatoria di 23 località» nelle aree più a rischio vicino alla frontiera.
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto
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