G20 in Brasile. Tassazione dei miliardari: «Ogni paese ci pensi da sé»
Non c’è accordo al G20 in Brasile su un sistema globale della tassazione dei miliardari. La Segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen loda la proposta del Brasile di Lula ma rinvia la realizzazione all’opera dei singoli governi. In mezzo c’è la campagna elettorale per la Casa Bianca. Il brasiliano Haddad: “È una costruzione molto delicata, non succederà da un giorno all’altro”
Una tassa globale progressiva per i super-ricchi? Oggi no, domani chi lo sa. In mezzo, però, c’è la campagna elettorale americana. Meglio allora non parlare di giustizia fiscale e sociale. «È molto difficile – ha detto ieri la segretaria al tesoro Usa Janet Yellen nella riunione dei ministri delle finanze dei paesi del G20 in corso a Rio de Janeiro in Brasile- Nonostante gli Stati Uniti siano fortemente favorevoli». «Col presidente Biden l’abbiamo prevista. Siamo contenti di lavorare col Brasile a promuoverla, ma crediamo sia difficile un coordinamento globale e preferibile che ciascun Paese si occupi del proprio sistema fiscale, assicurandosi che diventino equi e progressivi».
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Yellen ha sostenuto che, qualsiasi sarà l’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i «membri del congresso da entrambi i lati» continueranno a lavorare a una tassazione americana dei super-ricchi. «Credo – ha aggiunto – che abbiano tutto l’interesse a raggiungere un accordo a prescindere da chi ci sarà alla Casa Bianca». Se già Biden non è riuscito a modificare un sistema fiscale profondamente iniquo, è escluso che lo faccia Trump se vincerà le elezioni.
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«Siamo consapevoli che si tratta di una competenza dei singoli paesi difficile da superare con schemi globali – ha osservato il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni – ma le difficoltà non pregiudichino l’impegno comune. Nel documento delle conclusioni di questo G20 ci sarà una disponibilità comune a considerare primi passi in questa direzione».
La proposta di tassazione formulata dall’economista francese Gabriel Zucman, sostenuta dal Brasile di Lula, a regime potrebbe raccogliere tra i 200 ed i 250 miliardi di dollari l’anno. «Quest’idea sta ottenendo il sostegno di diversi presidenti: Macron, Biden. Altri ne hanno già parlato. A livello tecnico, c’è quasi un consenso su una prima dichiarazione che darà impulso all’agenda. È una costruzione molto delicata, non succederà da un giorno all’altro. Vorrei ricordare che i pilastri dell’Ocse sono iniziati 10 anni fa e si sono dispiegati nel corso degli anni» ha detto Fernando Haddad ministro brasiliano delle Finanze .
* Fonte/autore: Roberto Ciccarelli, il manifesto
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