A MILANO L’IDEOLOGIA STA NEL NOME. E così tra la «Milano vista lago» e la «Milano vista parco», tra il «vivere la natura anche in città» e l’«abitare il futuro vivendo con stile», sul banco degli imputati è finito tutto lo storytelling green della Milano post Expo 2015. Le indagini aperte dalla Procura sui nuovi grattacieli spuntati come funghi hanno permesso a tante storie singole di diventare un racconto comune. Non nascono dal nulla queste indagini, dietro ci sono cittadini incazzati, comitati, riunioni di quartiere, ricerca di un dialogo con l’amministrazione comunale e infine esposti e denunce.

IL PRIMO ATTO SI COMPIE IN PIAZZA Aspromonte, una zona semi-centrale della città. Il 14 ottobre 2022 Milano si sveglia con qualcosa che non vedeva dai tempi di Expo 2015: un cantiere messo sotto sequestro dalla magistratura e un’indagine che coinvolge anche settori dell’amministrazione comunale. In un cortile sul quale affacciano quattro palazzine in piazza Aspromonte stava venendo su un palazzo di sette piani, per 45 appartamenti e altrettanti box auto. Sì, un palazzo nel cortile di altri palazzi, perché nella Milano luna park dei costruttori si costruiscono nuovi palazzi anche dentro ai cortili.

PER LA PROCURA SI TRATTA DI UN ABUSO edilizio, ma fatto con il permesso del Comune. Apriti cielo. Il Comune di Milano fa costruire con il suo permesso palazzine abusive? Il caso è ancora controverso e il procedimento giudiziario in corso. Quella di piazza Aspromonte è stata la prima di nove inchieste su altrettanti progetti urbanistici tutti simili tra loro. L’accusa è di aver permesso la costruzione di nuovi palazzi facendoli passare come ristrutturazioni, autorizzati tramite autocertificazioni e facendo pagare ai costruttori oneri per costruire più bassi del valore di mercato.

UNO SCENARIO CHE DESCRIVE IL COMUNE di Milano come una sorta di Robin Hood al contrario che ha ceduto le aree a prezzi agevolati arricchendo i costruttori a danno dei cittadini. Sul banco degli imputati ci sono le norme che regolano l’edilizia, lo scontro è sulla loro interpretazione. Le indagini aperte sono nove, una quarantina i progetti sotto esame dei magistrati, 150 quelli stimati dall’amministrazione comunale come potenzialmente interessati: un terremoto che ha picconato pesantemente il già traballante «modello Milano». Se da un lato le inchieste giudiziarie avranno il loro corso, dall’altro nel centrosinistra milanese che governa la città da 13 anni si è aperta una questione politica grande come un grattacielo: qual è l’idea di città con cui presentarsi agli elettori nel 2027?

IL SINDACO BEPPE SALA DIFENDE il «modello Milano» e quanto fatto sull’urbanistica, ma molti dei suoi elettori di centrosinistra ne hanno le scatole piene. Dalle parti di via Crescenzago non è difficile incrociare abitanti che non hanno apprezzato la costruzione dei nuovi grattacieli vista parco Lambro. In 400 metri di strada ci sono progetti per sei palazzoni e duemila residenti in più. Chi comprerà un appartamento ai piani alti godrà di una splendida vista da un lato sullo storico parco Lambro, dall’altro sul recente skyline verticale di Milano.

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QUI LA PROCURA STA INDAGANDO sul progetto Park Towers, due torri per 130 appartamenti in classe energetica super green A3, tirate su come ristrutturazioni di due capannoni bassi. Per i magistrati si tratta di abuso edilizio e lottizzazione abusiva. Come per le altre inchieste sono finiti indagati tecnici e dirigenti del settore urbanistica del comune e professionisti legati ai costruttori.

IL GIUDICE CHE HA VALIDATO L’INCHIESTA dei pm scrive che «la pianificazione urbanistica è un obbligo imprescindibile della pubblica amministrazione e un diritto dei cittadini e che pertanto costruzioni impattanti per via dei nuovi carichi urbanistici non possono essere realizzate in assenza di un piano attuativo», cioè di un piano urbanistico che tenga conto dell’impatto che le nuove costruzioni, con il nuovo carico di abitanti, avranno sulla zona. Dalla «vista parco» alla «vista lago», nella zona sud ovest della città i cittadini si sono mobilitati quando hanno visto i progetti di tre nuove palazzine di nove, dieci e tredici piani con vista sui laghetti del parco delle Cave. Un progetto che ha avuto il via libera dalla commissione paesaggistica del Comune e parere contrario del Municipio 7 e di numerosi residenti della zona che hanno depositato un esposto in Procura.

LE INCHIESTE GIUDIZIARIE si preannunciano tutte come intricate battaglie all’ultimo cavillo, ma politicamente non era difficile comprendere che se arrivano duemila abitanti in più in 400 metri di strada, o se cambiano gli orizzonti e i paesaggi, oppure se aumenta la densità di cemento, la vivibilità della zona cambia. Questo dibattito in città era già presente e il malcontento crescente, le inchieste della Procura hanno fornito elementi in più e hanno unito queste storie.

QUESTO MOMENTO POTREBBE ESSERE una grande opportunità per Milano per ripensarsi e aggiustare la rotta. Altrimenti dopo il colpo di spugna, dopo le sanatorie o i condoni, tutto proseguirà come prima. Con quale vantaggio per la collettività?

* Fonte/autore: Roberto Maggioni, il manifesto