Il nuovo segretario della Nato è l’olandese Mark Rutte, Kiev festeggia
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Finisce l’era Stoltenberg. A capo dell’Alleanza atlantica il conservatore olandese con ammiccamenti a destra
Mark Rutte, ex primo ministro olandese, è stato nominato nuovo segretario generale della Nato. Rutte, 57 anni, leader conservatore del Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) dal 2006 al 2023 è stato il premier più longevo della storia olandese, in carica ininterrottamente dal 2010.
LO SCORSO luglio il suo quarto governo è caduto per divergenze interne sulle politiche di asilo e la legge sull’immigrazione. Rutte ha poi annunciato il suo ritiro dalla politica, secondo diversi analisti proprio in vista della candidatura alla segreteria dell’Alleanza atlantica.
Alla guida nella Nato si insedierà il 1° ottobre, prendendo il posto del norvegese Jens Stoltenberg, in carica negli ultimi 10 anni grazie a diverse proroghe straordinarie per non creare un pericoloso vuoto decisionale con la guerra in Ucraina ancora in corso. Unanime il coro di congratulazioni al neoeletto: dall’ex segretario al primo ministro britannico, passando per i presidenti francese e statunitense.
Particolarmente positiva la reazione dei politici ucraini che tramite Zelensky hanno accolto «un leader forte e rispettoso dei principi» della Nato. Rutte non ha mai nascosto il suo appoggio a Kiev dall’inizio dell’invasione russa. Scontento il Cremlino, che ha dichiarato che con il nuovo segretario «difficilmente può cambiare qualcosa nella linea generale» delle decisioni della Nato che punta, secondo Mosca, a «infliggere una sconfitta strategica alla Russia».
NONOSTANTE Rutte provenga da una storia politica molto diversa da quella del suo predecessore, conservatore con vari ammiccamenti alla destra più estrema il primo e laburista il secondo, da Washington assicurano che la scelta è «in continuità» con l’indirizzo della Nato.
Tra l’altro, oltre ad avere buoni rapporti con Biden, Rutte è famoso anche per essere riuscito ad ammansire Trump nel 2018, convincendo l’ex presidente e attuale candidato Usa che gli stati dell’Ue avrebbero speso di più per la Difesa. L’ultimo ostacolo alla sua nomina era l’opposizione dell’Ungheria, caduta pochi giorni fa.
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto
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