by Gianni Tognoni * | 1 Marzo 2024 9:55
Il progetto in cui si entra con questo libro non si conclude: come la storia, che è più coinvolgente di un giallo, ed è più appassionante di un romanzo. Perché ne siamo, sempre, i soggetti che la vivono e la raccontano
La prefazione al volume Globalizzare i diritti – Una memoria critica per comprendere e cambiare il mondo, di Sergio Segio
Il volume si può ottenere effettuando una donazione QUI
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Questo è un libro molto speciale: al di là della sua qualifica quasi ovvia — una antologia, certo impressionante per la ricchezza di contenuti e l’ampiezza cronologica e tematica dei temi coperti – si tratta di fatto di un esperimento-ricerca allo stesso tempo raro e provocatorio: proporre e verificare se e quanto uno sguardo-racconto della storia che si vive, sempre al tempo presente, molto prolungato e metodologicamente coerente, ne permette una comprensione non da spettatori di tanti scenari, ma da abitanti-cittadini “coinvolti”. È anche facile e ovvia una possibile “squalifica” di un progetto così pretenzioso: si tratta di uno sguardo personale, inevitabilmente destinato a imporre una visione che non può coincidere con una comprensione dell’infinita variabilità dei protagonisti. Ma la proposta non è quella di affermare una posizione giudicante a priori: l’ipotesi metodologica e culturale è quella di rendere visibile la storia del mondo nel suo farsi, e diffida dall’interpretare o dallo spiegare puntigliosamente quanto via via accade, per lasciare che i rapporti tra le tante realtà abbiano tempo e modo di divenire più o meno comprensibili.
Il progetto di raccontare la storia in tempo reale per lasciarne emergere, confrontarsi, opporsi, affermarsi, scomparire le parole chiave, le tendenze di fondo, i sommersi e i salvati obbedisce a un solo a priori metodologico: raccontare la storia nel suo farsi ha senso se la si vuol vivere come luogo-tempo di creazione di opportunità più grandi di libertà e dignità per gli umani, tutti, nessuna/o esclusa/o. Sapendo molto bene che questa ipotesi non è condivisa dai tanti attori della storia, che ne vogliono essere i soli soggetti, e perciò padroni che decidono su chi e come e se altri umani possono essere considerati come abitanti-cittadini di questo unico mondo nel quale la storia si vive-decide.
Questo libro è perciò di fatto un progetto: in cui entrare se si è interessati a comprendere la storia che si vive come soggetti che vogliono imparare e condividere un linguaggio e uno sguardo che non accettano che tutto ciò che direttamente o indirettamente tocca il destino degli umani possa essere considerato “proprietà” esclusiva ed escludente di qualcuno.
È per questo che la prima lettura, attenta, come parte essenziale del testo, è quella dell’indice: per avere una prima idea del vocabolario e della mappa del progetto-ricerca in cui si entra. È un’esperienza importante, molto rara: condividere, come un racconto unico, con le parole chiave che hanno riassunto la storia globale, la memoria viva, la presenza, le esperienze di speranza o di repressione, di emergenza o di cancellazione di tutti i sogni, i progetti, i conflitti, le contraddizioni attraverso cui la storia recente –20 anni che letteralmente hanno trasformato il mondo – ha prodotto il nostro presente, e perciò il futuro con cui dobbiamo fare i conti.
La lettura dell’antologia sarà poi fatta come si vuole: per parole chiave, per paesi, per temi di interesse che ricorrono: c’è tutto, e tutto proposto con una coerenza impressionante nella documentazione sempre fattuale, mai ideologica di tutti i temi e i contesti trattati. Non ha senso evidentemente suggerire percorsi preferenziali, o riassumere contenuti.
Il progetto in cui si entra con questo libro non si conclude: come la storia, che è più coinvolgente di un giallo, ed è più appassionante di un romanzo. Perché ne siamo, sempre, i soggetti che la vivono e la raccontano.
Sergio Segio è una guida perfetta per acquisire un’identità e una metodologia di presenza informata e responsabile. Non è un elogio. È un ringraziamento che mi piacerebbe si fosse in tanti a condividere.
* Gianni Tognoni, Segretario Generale del Tribunale Permanente dei Popoli
Prefazione al volume Globalizzare i diritti – Una memoria critica per comprendere e cambiare il mondo, di Sergio Segio (Milieu edizioni).
Il volume si può ottenere effettuando una donazione QUI
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