Gaza. I Paesi Non Allineati stanno con i palestinesi (e con il Sudafrica)
Il 19esimo summit dell’organizzazione si chiude con la richiesta di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. Sostegno all’iniziativa di Pretoria all’Aja. Guterres: «Emergenza umanitaria, la popolazione della Striscia non muore solo per le bombe»
Un’indicazione forte per il cessate il fuoco a Gaza è arrivato ieri da Kampala, in Uganda, a conclusione del 19esimo summit del Movimento dei Paesi Non allineati, in cui la guerra nella Striscia è stata al centro dell’attenzione.
Nella «Dichiarazione di Kampala», i 120 paesi membri dell’organizzazione – in rappresentanza di oltre il 55% della popolazione mondiale – chiedono sì la fine del conflitto attraverso un immediato cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ma esprimono anche pieno sostegno all’iniziativa del Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja, ovvero all’accusa rivolta a Israele di praticare politiche deliberatamente genocidiarie.
Nella sessione conclusiva del summit è intervenuto anche il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, il quale ha sottolineato come il livello di distruzioni inflitto a Gaza e l’alto numero di vittime civili in un così breve periodo sia un fatto «totalmente senza precedenti» all’interno del suo mandato. Guterres ha poi reso omaggio ai 152 impiegati dell’Onu morti sotto le bombe e agli operatori umanitari che con enormi rischi per la loro vita e per quella dei loro familiari continuano a lavorare nella Striscia. Infine ha ricordato che «a Gaza la gente non muore solo per le bombe, ma anche per la mancanza di cibo e acqua potabile, o per gli ospedali privi di medicine ed energia elettrica».
* Fonte/autore: il manifesto
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