Una memoria critica del presente per contribuire a un futuro di pace e giustizia

by Gianni Tognoni * | 21 Dicembre 2023 7:00

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Il segretario generale Tribunale Permanente dei Popoli recensisce i due volumi sui diritti globali pubblicati dall’Associazione Società INformazione presso l’editore Milieu, ora in libreria

 

Il 21° Rapporto sui Diritti Globali – realizzato dall’Associazione Società INformazione Onlus e ora in libreria – risulta strutturato in due volumi pensati come strettamente complementari e accompagna, in un modo che non si poteva immaginare-pianificare più opportuno, un tempo che ne dice tutta l’attualità e il contributo unico come strumento di informazione e lavoro. Gli eventi e gli scenari della situazione geopolitica di questo fine 2023 si configurano infatti come l’indicatore ineludibile dell’urgenza di essere coscienti e di attrezzarsi per vivere – dal di dentro e non da comparse-spettatori – tempi lunghi di evoluzioni radicali e ben difficilmente lineari di una civiltà che con il suo 75° compleanno è obbligata a non riconoscersi più in una identità che ha nel Diritto (non come disciplina, ma come cultura ed immaginario) il suo asse portante.

La lettura trasversale e integrata dei titoli dei due volumi riassume bene il percorso (impegnativo, ma molto flessibile, e ricchissimo) di analisi e riflessione a cui si è invitati: occorre una memoria critica di un tempo (accompagnato e scandito dai 20 anni di vita di pubblicazione di questo Rapporto) che ha visto i diritti universali, degli individui e dei popoli, confrontarsi con processi di globalizzazione, che hanno di fatto avuto come protagonisti esclusivi ed escludenti i diritti dei più diversi mercati. Le guerre, ritornate progressivamente a essere una componente normale dei rapporti internazionali, si sono trasformate nel mosaico disordinato di ‘una guerra mondiale a pezzi’, per evocare i termini di papa Francesco entrati nel linguaggio comune. La diversità e l’articolazione delle tante guerre che sono in corso permette e impone di fatto una lettura del mondo (se lo si vuol comprendere e non solo descrivere: come tappa obbligata per ri-immaginare un futuro diverso) che ha il ‘nemico’ come regola di relazioni: l’essere ‘contro’: i popoli, i diritti umani, l’ambiente, il lavoro, i diritti sociali, i migranti…

Un nuovo sguardo collettivo

Non ha evidentemente senso qui pretendere anche soltanto di tentare un riassunto, o di proporre un indice parziale dei saggi riassuntivi e dei contributi puntuali, di assoluto rilievo anche internazionale, che complessivamente occupano quasi 1400 pagine: è più importante sottolineare alcuni aspetti metodologici che possono guidare l’uso (non si ha a che fare con testi semplicemente da ‘leggere’) di materiali che devono essere pensati come un insieme di tanti quadri o composizioni che mettono in dialogo-confronto-ascolto dei tanti punti di vista di cui è fatta la ‘comprensione’ di una storia apparentemente breve (da un punto di vista della durata: 20 anni), ma nella quale si devono ritrovare-riconoscere tante piste. Giustamente Luciana Castellina, che firma la prefazione di uno dei volumi, immagina un ‘ascolto’ collettivo di tutto il mondo, che è l’unico che permetterebbe di ‘rifarlo insieme’. Laddove il nostro sguardo è troppo spesso parziale, ripiegato, “occidentalocentrico”, incapace di complessità e visione prospettica.

La metodologia dei due libri è pensata dunque per ‘usi’ mirati a temi e progetti, ben contestualizzati tematicamente, per luoghi e tempi, e permette alle tante competenze e interessi di lettori-soggetti di riconoscersi e orientarsi. Gli indici sono in questo senso estremamente didattici, e favoriscono anche un uso consultativo molto facile e produttivo. Le bibliografie che si propongono sono in questa direzione un altro dei ‘plus’ di questi volumi, in quanto sono molto precise, aggiornate, non ridondanti.

Verrebbe da dire che questi volumi dovrebbero essere resi disponibili in tutte le scuole superiori, come opportunità veramente incredibile di permettere aggiornamenti molto innovativi e coinvolgenti che facciano da ponte tra la storia che gli alunni vivono tutti i giorni, che suggerisce frammentarietà ed estraneità, e la storia concreta e raccontata in tempo reale, di cui si documenta la complessità ma soprattutto la necessità di lettura. Per tutti i percorsi di formazione che parlano dell’importanza fondamentale di una formazione non astratta alla cittadinanza e all’ambiente, in stretta complementarità tra i contesti di vita e i poteri/protagonisti/meccanismi globali, questi volumi sono di una utilità veramente unica, garantendo anche l’ascolto di voci e culture altrimenti non facilmente accessibili soprattutto ai giovani.

Pur senza farsi illusioni, non sarebbe male pensare di dotare le biblioteche di molti paesi, più o meno grandi, dove si vogliano creare punti di aggregazione culturale e di dialogo per coloro che sono coinvolti in iniziative di aggiornamento come le Università per gli anziani.

La guerra come realtà e la pace come orizzonte

Due ultime osservazioni per sottolineare aspetti che riguardano con la stessa importanza metodi e contenuti. Il testo che accompagna nella storia del cambiamento progressivo e drammatico da una identità e coscienza di diritti universali a una identità di mercato, è di fatto per suo conto l’espressione di un vero e proprio originalissimo esperimento culturale. La storia è raccontata in tempo reale, con la stessa metodologia, da un solo testimone, che esplicita in questo modo (valendosi anche di un criterio rigorosissimo di documentazione, che diventa bene comune per tutte/i nelle bibliografie) l’importanza di non pretendere che la storia attraverso cui si creano e si combattono le culture e le società non è né prodotto, né tantomeno ‘verità’ da comprendere-gestire dall’alto, ma un percorso permanente di racconto verifica, correzione delle tante ‘diversità’ di cui è fatta la realtà.

Ultima nota. Queste opere non hanno tra le parole messe in evidenza un termine che ci si aspetterebbe come uno dei fili conduttori per un rapporto sui diritti dell’umanità: la pace. Ricorre certo. La si trova, con molta parsimonia, nei titoli. Ma non se ne fa un capitolo, né un percorso.

Non penso sia una dimenticanza. Né tanto meno un errore. Avendo navigato abbastanza tra questi testi, vorrei sottolineare l’importanza metodologica e culturale di minimizzare i ‘discorsi’ sulla/per/in nome della pace per ritrovarla, esplicitamente come motivo duro di dialettica e di negazione in tutti i movimenti concreti di lotta e resistenza: come orizzonte, certo, ma solo perché la realtà concreta attuale è di guerra, e la pace è l’acqua che si deve portare per camminare.

 

 

I volumi si possono acquistare o ordinare in libreria, presso l’editore o scrivendo a info@dirittiglobali.it

I volumi possono essere ricevuti anche effettuando una donazione a Società INformazione Onlus: QUI o QUI

 

* Gianni Tognoni, segretario generale Tribunale Permanente dei Popoli, articolo pubblicato su Transform! Italia[1]

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