by Sabato Angieri * | 29 Novembre 2023 9:54
Marianna Budanova è in ospedale ma non è in pericolo di vita. Il Cremlino è il principale indiziato, ma c’è chi guarda in casa. Vertici ucraini divisi in due: da una parte Budanov e Zelensky, dall’altra il comandante delle forze armate Zaluzhny
Marianna Budanova, la moglie del capo dell’agenzia di intelligence militare Kyrylo Budanov, è stata avvelenata. Al momento si trova sotto stretta osservazione medica ma non è in pericolo di vita, riferiscono i medici.
Il portavoce dell’intelligence militare (in ucraino Gur) Andriy Yusov ha dichiarato ieri che all’ospedale dove Budanova è stata trasportata d’emergenza hanno diagnosticato un avvelenamento da metalli pesanti. Il fatto che tali sostanze non sono usate in ambito domestico o in attrezzature militari lascia presupporre che l’avvelenamento sia intenzionale e che si tratti di un tentativo di omicidio o di un avvertimento.
In serata il quotidiano ucraino Ukrainska Pravda ha fatto sapere che oltre a Budanova, anche a diversi membri del Gur è stata diagnosticata la stessa intossicazione.
YUSOV NON HA fornito ulteriori dettagli e non si è sbilanciato su eventuali sospettati, anche se alle insistenti domande dei giornalisti ha risposto che «l’ipotesi principale» è quella del coinvolgimento russo.
Meno cauti altri commentatori, che hanno fin da subito accusato Mosca, utilizzando come indizi la lunga scia di attentati simili ai danni di oppositori o funzionari russi negli ultimi anni.
Si pensi al famoso Novichok, agente nervino di produzione russa, usato contro Navalny nell’agosto 2020; al tentativo di avvelenamento della giornalista Anna Politkovskaja; al polonio 210 messo nel tè dell’ex spia russa (e oppositore di Putin) Alexander Litvinenko; o ancora al Novichok usato nei pressi di Londra contro l’ex spia Sergei Skripal e sua figlia Yulia.
Per ora il Cremlino non ha rilasciato alcun commento su Budanova. I media russi hanno citato quasi letteralmente le notizie ucraine e alcuni analisti ipotizzato che potesse trattarsi di un regolamento di conti interno ai vertici ucraini.
LA FRATTURA tra i centri di potere di Kiev è ormai conclamata da quando il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valerii Zaluzhny, ha rilasciato all’Economist una lunga intervista nella quale sostiene che la guerra è ormai in una fase di stallo e che la controffensiva è sostanzialmente fallita.
Si pensa che attualmente ci siano due schieramenti, uno che fa capo a Zaluzhny stesso, e l’altro con Zelensky al vertice e Budanov come capo operativo. In quest’ottica la tesi dello scontro interno, seppure in via del tutto ipotetica e in attesa di ulteriori informazioni, non è affatto peregrina.
Tuttavia, è innegabile che tra gli attuali nemici del Cremlino in Ucraina, Budanov occupa sicuramente una posizione sul podio. È lui il deus ex machina delle operazioni oltre frontiera dei servizi militari ucraini e, secondo i quotidiani statunitensi, degli attentati alla figlia dell’ideologo Dugin, Darja, e al blogger nazionalista Tatarsky.
ALL’INIZIO dell’anno il portavoce del Gur aveva dichiarato ai media ucraini che Budanov era sopravvissuto a 10 tentativi di assassinio compiuti dall’Fsb, i servizi segreti russi. Si può anche ipotizzare che quello di cui si è avuto notizia ieri fosse l’undicesimo.
Rispetto alla moglie, Budanov aveva raccontato in una lunga intervista che Marianna vive con lui nel suo ufficio e trascorre con lui «tutto il tempo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7» così come confermato dalla donna che aveva dichiarato di «non aver pensato neanche per un secondo ad allontanarsi» da Kiev e dal marito.
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto[1]
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