Da Gaza sotto le bombe arriva un appello: “Fermate questo genocidio”
Pubblichiamo la trascrizione di un lungo messaggio audio che abbiamo ricevuto dal giornalista palestinese Ahmed Dremly, in fuga dai bombardamenti israeliani insieme alla sua famiglia
GAZA. La situazione a Gaza è terribile soprattutto dopo la dichiarazione minacciosa rilasciata da Avichay Adraee, capo della “divisione media arabi” delle Forze di difesa israeliane (IDF), che invita gli abitanti di Gaza a evacuare nel sud della Striscia. Tutti i palestinesi che vivevano ai confini di Gaza sono già fuggiti nel centro. Poco dopo i bombardamenti israeliani hanno spazzato via l’intera area di Al-Rimal, solitamente il posto più sicuro nel cuore della città.
Si tratta di un esodo di massa. I palestinesi sono bloccati per strada: alcuni con i bambini in braccio, altri portando con sé solo una misera bottiglia d’acqua vuota, molti in fuga con i loro parenti più anziani. Il numero di coloro che fuggono verso il sud della Striscia è esorbitante, un’area che è già sovrappopolata e non può accogliere tutti.
Ho una gomma dell’auto bucata. Guardandomi intorno, sono impressionato dall’enorme numero di civili bloccati. La situazione è straziante. Israele ha ucciso diversi medici, oltre ai giornalisti, e finora hanno colpito più di 12 ambulanze.
Non abbiamo internet, né energia, né elettricità. Stanno bombardando i generatori elettrici e i provider internet. Non riusciamo nemmeno a comunicare e i giornalisti sono senza connessione internet. È terribile.
Israele ha commesso decine di massacri, spazzando via intere famiglie e colpendo i civili. Stanno bombardando le case senza allertare i residenti. Oltre il 60% delle vittime sono bambini. Sono morte molte donne. Stanno commettendo un genocidio a Gaza, una pulizia etnica, proprio come nella Nakba del 1948.
Non c’è un solo posto sicuro a Gaza in questo momento. Nessuno è sicuro.
Israele sta cercando di intimidire le famiglie. Mandano annunci di evacuazione per dirgli di evacuare. Poi però non bombardano e colpiscono da un’altra parte, in zone i cui abitanti non erano stati avvertiti.
Questo è il momento più sanguinoso di sempre. La “Palestine Tower”, alta 14 piani e nella quale abitavano 82 famiglie, è stata completamente rasa al suolo. Ora queste famiglie dove dovrebbero andare?
Come giornalista sono bloccato e impossibilitato a seguire tutte le notizie e quelle che stiamo cercando di inviare non vengono ricevute.
Non posso nemmeno essere sicuro che i miei messaggi vi raggiungano e, soprattutto, non sono sicuro che sarò ancora vivo quando li riceverete.
Abbiamo appena ricevuto una telefonata da un amico che era in viaggio verso il sud della Striscia che ci detto che stanno uccidendo i palestinesi che stanno cercando di fuggire verso sud.
Qui dove mi trovo ora siamo in 50, potete sentire le voci dei bambini che piangono. Molti media stanno cercando di contattarmi senza riuscirci. Ogni palestinese di Gaza ha perso almeno una persona cara o un familiare. Le case delle mie due sorelle sono state completamente distrutte. La figlia di mio zio è stata uccisa e non abbiamo più notizie del suo fidanzato.
Dov’è l’Occidente? Dove sono questi diritti umani di cui tutti parlano? Dov’è il diritto internazionale? E le organizzazioni internazionali? Dov’è l’ONU? Qui sono in corso dei crimini di guerra ed è violato ogni diritto previsto dai trattati internazionali. Questo è un genocidio e dovrebbe essere fermato immediatamente.
Riteniamo tutti i governi arabi e occidentali responsabili per il sostegno all’occupazione e di consentire al governo di Israele di commettere atrocità contro l’umanità. Non sono sicuro che resterò qui più a lungo, questo potrebbe essere il mio ultimo messaggio vocale.
* Fonte/autore: Ahmed Dremly, il manifesto
Related Articles
Memoria della Shoah e ipocrisia occidentale. Un altro Israele oltre il cuore di tenebra
Il silenzio dell’abisso in cui risiedono la memoria della Shoah e la responsabilità occidentale per il genocidio è oggi accresciuto dal silenzio dell’Occidente di fronte al massacro in corso a Gaza
La Clinton minaccia il Pakistan
“Attaccate le basi dell’estremismo nel vostro territorio o ci penseremo noi”. Intanto gli Usa ammassano truppe al confine e iniziano a rispondere agli attacchi
“Se il Pakistan non sferrerà un’offensiva contro le basi dei gruppi estremisti della rete di Haqqani in Nord Waziristan, lo faranno gli Stati Uniti da soli”. Così il segretario di Stato americano Hillary Clinton durante la sua ultima burrascosa visita a Islamabad.
Iraq, arrestati gli assassini di Nassiriya