Torino. Lavoratori delle cooperative in lotta per dire basta alle «notti passive»
Gli operatori socio sanitari chiedono il riconoscimento della loro attività lavorativa
TORINO. Parte da Torino una mobilitazione contro le «notti passive». Sono educatori, operatori sociosanitari e psicologi impiegati in cooperative sociali ai quali non viene riconosciuto il valore della propria attività lavorativa, del proprio impegno e intervento. Questo pomeriggio saranno in corteo in corso Casale con partenza alle 17.45.
Cosa sono le notti passive? In base all’articolo 57 del contratto collettivo nazionale di lavoro (ccln) delle cooperative sociali sono un servizio con obbligo di residenza nella struttura. «Un contratto disastroso per molti motivi – spiegano gli organizzatori della manifestazione – basti pensare che si prevede per l’intera notte una paga di 5,16 euro. Nonostante la presenza nel ccnl, le direttive europee e le sentenze della Corte d’Appello di Torino e del Tribunale del lavoro di Savona hanno affermato come le notti passive non siano legali. Spesso vengono attaccate ad altri turni, col risultato di trovarsi a lavorare sino a 16 ore di fila. Alcuni colleghi lavorano addirittura 72 ore no stop».
Un operatore socio sanitario di 42 anni che si occupa dell’assistenza di minori stranieri non accompagnati fotografa così la situazione: «Noi oss entriamo il venerdì sera e usciamo il lunedì mattina. Oltre a non essere pagati, accumuliamo molta stanchezza perché le ore di notte passiva non vengono conteggiate nel monte ore settimanale. Capita così di lavorare anche 60 ore di seguito».
C’è chi lavora in una struttura psichiatrica e prende 30 euro per un servizio che va dalle ore 21 alle 7 di mattina, come un infermiere di 52 anni che spiega: «Ci dicono di stare in una stanza e di uscire solo se gli utenti vengono a bussare. In questo ultimo periodo purtroppo abbiamo avuto un tentato suicidio sventato da un altro utente e un altro episodio di una utente con problemi respiratori che ha staccato la bombola d’ossigeno e si è messa a fumare. Se l’oss in turno non fosse uscito dopo aver sentito dei rumori si sarebbe potuta verificare anche un’esplosione mettendo a rischio la vita di lavoratrici e utenti».
Accanto ai lavoratori delle cooperative sociali c’è la Cub: «Le notti passive – sottolinea Alex Ammendolia, sindacalista della Cub Sanità Torino – oltre a essere ingiuste sono illegali, lo stabilisce la giurisprudenza europea e sentenze dei tribunali italiani. Per la prima volta a Torino le lavoratrici del sociale decidono di denunciare pubblicamente questa situazione inaccettabile proprio in concomitanza del rinnovo del ccnl delle coop sociali. Il nostro obiettivo è quello di creare una mobilitazione nazionale affinché le notti passive vengano eliminate dal ccln in sede di rinnovo. Molti lavoratori non sanno che le notti passive sono illegali e devono essere combattute».
* Fonte/autore: Mauro Ravarino, il manifesto
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