by Giuditta Pellegrini, Lorenzo Tecleme * | 21 Maggio 2023 9:48
Muraglie di terra e massi lungo gli argini per fermare l’ondata di piena. Evacuato il 16% del territorio con più di 27 mila sfollati
RAVENNA. «Nella mia strada sono quasi tutti andati via da giorni. Noi no. Finché si può io e mio padre restiamo in casa». A parlare è un volontario della protezione civile. Dietro di lui un vialetto di campagna totalmente allagato e un’auto sommersa per metà. Casa sua si trova nella periferia di Ravenna, a pochi passi dalle esondazioni. «Quando sono venuti i carabinieri per evacuarci gli abbiamo detto che per ora restiamo. Ma la valigia è pronta, se il meteo peggiora saliamo in macchina e scappiamo».
L’EMILIA ROMAGNA sperava di svegliarsi ieri pronta a spalare fango e iniziare il lento ritorno alla normalità. Ma le piogge, seppure molto meno intense dei giorni precedenti, non l’hanno abbandonata. L’epicentro stavolta è il ravennate: Ravenna, Lugo, Conselice.
A Ravenna il quartiere industriale Fornace Zarattini è sott’acqua da giorni. La zona rimane osservata speciale, e chi è stato evacuato giovedì non può ancora fare ritorno alla propria abitazione. La piena dei canali desta preoccupazione nei pressi del fiume Montone. Il canale Magni, all’altezza della Baiona, è al limite ed è esondato nella zona delle Bassette. Qui si sta cercando di impedire la frana incidentale degli argini eseguendone la rottura controllata e azionando le idrovore. «In questo modo l’acqua ha iniziato a ritirarsi. Solo grazie a questo sono riuscito a raggiungere la mia abitazione» racconta Matteo mentre prova a raccogliere le cose nel suo cortile, dove l’acqua e la melma hanno preso il posto della terra.
Si è temuto anche per il centro cittadino, ma alla fine le barriere erette dalle autorità lo hanno salvato. Venerdì diciassette camion hanno scaricato tonnellate di terra per realizzare un argine artificiale. Sabato una ruspa ha rinforzato i bordi del torrente di via Cupa con grossi massi. La situazione però resta critica. «Abbiamo il 16% del territorio comunale allagato» ha detto il sindaco Michele de Pascale.
A LUGO permane ancora allagata la zona del centro. In via Paurosa, nella zona di Stuoie e al ponte delle Lavandaie l’acqua è ancora alta e si aspetta che scenda per poter iniziare a pulire. Il Centro di accoglienza all’interno del Pala Sabin, alla periferia del paese, ha accolto quasi trecento persone, alcune fragili, che hanno avuto il sostegno di infermieri, OSS e psicologi, come raccontano le giovanissime volontarie che accolgono chi entra. All’ingresso del centro, gestito dalla Croce Rossa, casse piene di stivali di gomma di ogni taglia e generi alimentari pervenuti da tutto il Paese testimoniano la solidarietà che sta accompagnando questo territorio.
SEMPRE IN PROVINCIA di Ravenna, a Berliceto di Lugo, è precipitato un elicottero di proprietà di un’azienda privata. Una tragedia sfiorata. Nessun morto: dei quattro occupanti, tre sono rimasti illesi ed uno è ferito. Il velivolo si è schiantato a cinquanta metri dalle case. L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo ha aperto un’inchiesta, ma intanto sono arrivate le testimonianze di chi ha assistito alla scena dalle abitazioni vicine. «L’elicottero faceva delle manovre che ci sono sembrate azzardate, a un certo punto non l’abbiamo più visto. Mi è venuto incontro un uomo che lo ha visto precipitare a pochi metri dalla sua testa, era sotto choc ed è quasi svenuto».
SE IN PIANURA spaventano le alluvioni, quando si sale verso gli Appennini sono le frane il vero nemico. Modigliana, 4000 abitanti a cavallo tra la Provincia di Ravenna e quella di Forlì-Cesena, è isolata da quasi quattro giorni. I rifornimenti arrivano tramite elicottero. «Oggi abbiamo ricevuto medicine, cibo e altri beni di prima necessità. Anche la luce e l’acqua sono tornate quasi ovunque» spiega Sara, una residente di 23 anni. «Ma i primi giorni sono stati più difficili. Alcuni prodotti iniziavano a scarseggiare, la linea telefonica era attiva solo in prossimità del cimitero». Com’è l’umore in paese? «C’è paura, ma anche tanto calore. Tutti si sono prodigati immediatamente per aiutare, e non abbiamo avuto né morti né feriti».
INTANTO le autorità aggiornano i numeri relativi agli sfollati. Ieri erano 36.600 le persone che hanno dormito fuori casa. La stragrande maggioranza, 27.775, in provincia di Ravenna. Gli altri tra Forlì-Cesena e Bologna. Solo 4963 sono state ospitate nei palazzetti e negli hotel messi a disposizione dalle autorità, mentre i restanti hanno trovato rifugio da parenti e amici. 1200 è invece il numero di volontari. Una cifra probabilmente sottostimata, perché anche fuori dalle reti ufficiali molti – soprattutto giovani – si sono messi a disposizione. La Protezione Civile ha diramato ieri un nuovo allarme. L’allerta meteo è prolungata anche per oggi. Ma il peggio, si spera, è alle spalle.
* Fonte/autore: Giuditta Pellegrini, Lorenzo Tecleme, il manifesto[1]
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