by Costantino Cossu * | 30 Aprile 2023 10:17
Protesta contro le mega esercitazioni italiane e Nato in corso sull’isola. I giochi di guerra di 23 nazioni in risposta alla crisi ucraina: «Difendiamo l’Alleanza»
CAGLIARI. Linea dura contro i militanti pacifisti che venerdì sera, davanti alla base di Decimonannu, a poco più di venti chilometri da Cagliari, hanno manifestato contro le tre grandi esercitazioni militari che in questi giorni stanno coinvolgendo la Sardegna: Mare aperto, Noble Jump e Joint Stars. Per impedire ai circa trecento partecipanti di avvicinarsi troppo al poligono la polizia ha caricato usando idranti e lacrimogeni.
Nessun ferito ma molta tensione e alcuni militanti identificati. Nelle stesse ore in cui si svolgeva la protesta, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, era a bordo della Cavour, l’ammiraglia della Marina militare impegnata nelle manovre navali di Mare aperto.
«IL MINISTRO – ha informato un comunicato della Difesa – ha voluto condividere con tutto il personale i momenti salienti dell’esercitazione», che vede coinvolti 6mila tra militari e civili e ventitré nazioni, di cui dodici paesi Nato e undici partner.
Fino al 14 maggio, invece, proseguirà Noble Jump, cominciata il 27 aprile e coordinata dal comando Nato di Napoli. E a fine maggio una terza esercitazione, Joint Stars, che vedrà impegnati nei poligoni sardi 4milasoldati, questa volta soltanto italiani (si addestrano insieme esercito, aviazione e marina).
Una primavera di operazioni Nato. Sardegna mobilitata: «Basta servitù»[1]
Organizzata da diversi gruppi antimilitaristi, tra cui Sardegna Aresti e A Fora, la marcia di protesta che si è svolta venerdì è partita alle 15 da Villasor, un piccolo paese non distante dalla base di Decimomannu.
A un certo punto del corteo i manifestanti sono usciti dal percorso autorizzato (da Villassor al cancello di ingresso al poligono) e hanno imboccato una stradina di campagna che porta ai reticolati lungo il perimetro dell’area militare.
L’obiettivo era quello di tagliare le reti: un gesto simbolico per dire no all’occupazione militare di una regione sulla quale insiste il sessantasei per cento del demanio militare italiano. Il corteo non ha potuto raggiungere i reticolati perché è stato bloccato dai poliziotti in assetto antisommossa, che prima hanno sparato lacrimogeni, poi hanno usato gli idranti e infine hanno respinto indietro i manifestanti.
EVIDENTE, nell’illustrazione degli obiettivi dei giochi di guerra fornita dai vertici militari, il collegamento tra l’enorme spiegamento di forze in atto in Sardegna e la crisi ucraina. Collegamento sottolineato dalla presenza di Crosetto.
«Noble Jump in particolare – ha detto il capitano di Marina del comando alleato di Napoli, William Urban – dimostra che la Nato è pronta a difendere gli alleati. È una dichiarazione della nostra determinazione e delle nostre capacità».
Per quanto riguarda Joint Stars «si tratterà – ha spiegato una nota diffusa venerdì mattina dalla Difesa – di un’esercitazione in cui le forze armate italiane si addestreranno nella protezione di spazi aerei, terrestri e marittimi, nella sicurezza cibernetica e spaziale, nella difesa da contaminazione chimica o nucleare e nel contrasto alle minacce derivanti dalle tecnologie emergenti, sempre più spesso utilizzate nella fabbricazione di droni sottomarini o aerei».
«L’OBIETTIVO – prosegue la nota – è testare unità e assetti delle forze armate nazionali per operazioni di difesa del territorio nazionale e dell’Alleanza atlantica. L’evento addestrativo verterà prima su una risposta civile a una crisi umanitaria e di sicurezza pubblica e poi su una successiva risposta militare interforze e multinazionale in aderenza all’articolo 5 del Trattato del Nord-Atlantico, che stabilisce il principio di difesa collettiva in caso di aggressione a uno dei paesi alleati».
* Fonte/autore: Costantino Cossu, il manifesto[2]
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