Politiche sulle droghe e diritti umani, il quadro globale e gli sviluppi

Politiche sulle droghe e diritti umani, il quadro globale e gli sviluppi

Loading

Un nuovo tassello si è aggiunto alla ‘lenta marcia’ delle agenzie ONU sui diritti verso una prospettiva globale di riforma. Il 4 aprile 2023 lo Human Rights Council  ha adottato una risoluzione su diritti umani e politiche delle droghe che appare promettente

 

Nel recente quaderno di Diritti GlobaliDroghe e diritti umani. Le politiche e le violazioni impunite (a cura di Susanna Ronconi e Sergio Segio), si è descritto un contesto in positivo, sebbene contraddittorio e non facile, movimento per quanto riguarda la cultura dei diritti umani nelle politiche globali sulle droghe.

Dopo decenni in cui la gestione di queste politiche è stata esclusivo appannaggio dello UNODC, l’agenzia ONU su crimine, terrorismo e, appunto droghe, gestione fortemente connotata da un approccio iperproibizionista  e repressivo, le agenzie ONU che si occupano di diritti, salute, sviluppo sostenibile e molte altre hanno fatto il loro ingresso nelle politiche delle droghe, cominciando a porre  il tema del rispetto dei diritti e delle relative Convenzioni come vincolo alle politiche delle droghe e alla loro formulazione, sia in sede internazionale  che nazionale. Il processo è stato promosso e sostenuto dalle associazioni e dai movimenti della società civile, e formalmente avviato anche a livello istituzionale nel 2016, all’Assemblea generale ONU sulle droghe, proseguito con la Common Position del 2018 (che stabilisce una rete di agenzie ONU attorno allo UNODC), e con le risoluzioni 28/28 del 2015 e 37/42 del 2018 dello HRC, Human Rights Council. È un processo ancora molto accidentato, dove lo UNODC e la CND,  Commission on Narcotic Drugs presso cui, a Vienna, si svolgono annualmente gli incontri con gli stati membri, resistono a questo processo innovatore, non raramente esercitando pressioni e limitando la presa di parola da parte della rete delle agenzie, come ben descritto nel Quaderno.

Il nodo è tutto politico, perché agenzie, gruppi di lavoro e  special rapporteur che intervengono sui diritti umani  denunciano con  chiarezza come le politiche globali di criminalizzazione e proibizione siano fonte di reiterate e pervasive violazioni di tutti i diritti fondamentali, e nelle loro raccomandazioni non smettono di indicare la direzione di riforme politiche e legislative mirate ad attenuare l’impatto di queste violazioni, prima di tutto con la decriminalizzazione delle condotte minori e ponendo  fine delle discriminazioni ai danni delle persone che usano droghe e ai popoli coltivatori.

All’inizio del 2023, un nuovo tassello si è aggiunto a questa ‘lenta marcia’ delle agenzie ONU sui diritti verso una prospettiva globale di riforma. Lo Human Rights Council (HRC), il 4 aprile 2023 ha adottato una risoluzione su diritti umani e politiche delle droghe[1] che appare promettente. In vista della CND del 2024, a Vienna, dove si terrà la valutazione di medio termine della strategia globale sulle droghe decisa nel 2019, lo HRC  porterà un suo rapporto –  redatto con altre agenzie ONU, stati e ONG –  e terrà un panel dedicato, durante la CND, per valutare le politiche globali alla luce dei diritti[2]. Partendo dall’assunto più volte esplicitato, che sono le politiche a porre problemi inerenti ai diritti umani, e non il fenomeno droghe di per sé, lo studio dell’impatto che le attuali strategie  della ‘guerra alla droga’ hanno sui diritti può cercare di colmare, almeno in parte, quel vuoto di evidenze e verifiche di cui da sempre il proibizionismo globale si nutre per reiterare se stesso e per celare i suoi fallimenti ed esiti perversi.  Un vuoto di monitoraggio, valutazione e analisi dell’impatto che da sempre i movimenti contro la ‘war on drugs’ sottolineano e documentano, invocando un assessment che non è mai stato portato avanti a livello ONU. Per la prima volta, nel 2024, in una sede formale come la CND si andrà oltre documenti e raccomandazioni e si procederà a una analisi valutativa, e sarà più difficile negare o nascondere il saldo negativo e l’impatto sui diritti dovuto alle  politiche globali dal 1960 d oggi.

[1] https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/LTD/G23/066/18/PDF/G2306618.pdf?OpenElement

[2] Vedi anche in Fuoriluogo,  https://www.fuoriluogo.it/rubriche/la-rubrica-di-fuoriluogo-sul-manifesto/droghe-e-diritti-umani-la-marcia-continua/#.ZDv8t3ZBzIU

 

Il volume può essere richiesto scrivendo a info@dirittiglobali.it o a Forum Droghe

 

 



Related Articles

Così il migration compact rischia di restringere libertà e diritti

Loading

Occorre evitare che la crisi dei migranti diventi, ancor di più, un’occasione per restringere le libertà su scala planetaria in nome della sicurezza delle frontiere europee

Perché Erri De Luca deve essere assolto

Loading

Sul caso no Tav. Lo scrittore ha espresso in un’intervista la sua libera opinione: che si può non condividere, ma è un diritto tutelato dalla Costituzione. E nessuno può dimostrare l’accusa di «istigazione a delinquere», il legame tra quel pensiero e le azioni degli attivisti

Cacciari: “ Politica di accoglienza o avremo il conflitto in Europa ”

Loading

«In Europa, per non dire dell’Italia, in questo momento c’è una deficienza paurosa di personale politico in grado di affrontare il problema»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment